Sesso e giovanissimi: i social, la possibilità di realizzare e condividere video con pochi click, la pornografia accessibile ormai ovunque rappresentano un mix forse micidiale. Tutto appare normale, sdoganato, fino a quando non circola in rete un video personae, vicino, intimo. Anche di recente una famiglia ha scoperto che la figlia, minorenne, aveva mandato un video esplicito al fidanzato e questo poi lo aveva girato agli amici. Ne escono fuori esistenze, giovanissime e fragilissime, inconsapevoli, traumatizzate e devastate in un attimo.
Dottor Valerio Rubino, a quale fenomeno stiamo assistendo in questi anni complessi da decifrare?
«Sul tema serve una riflessione ampia. Stiamo vivendo un'ampiezza recente e governarla non è facile: non ci sono ancora educazione e comprensione necessaria. Il punto di partenza è che la sessualità non è solo corporea ma è principalmente mentale. Non è qualcosa di localizzato a livello anatomico, è un fenomeno di connessione profonda, il massimo risultato di connessione. Il sesso è un attività mentale che poi assume connotati fisici ma tutto avviene, prima, nella mente. Così come noi andiamo oltre il nostro corpo, ora, attraverso internet, andiamo oltre ogni confine inimmaginabile fino a pochi anni fa. E non ne capiamo le implicazioni».