Sesso tra prof e studentessa 14enne, le chat della docente: «Sei bona amore, la maglietta ti sta bene». Gli incontri in bagno a scuola

L'inchiesta sarebbe partita dalla denuncia della psicologa della scuola, che aveva parlato con la minorenne

Sesso tra prof e studentessa 14enne, le chat della docente: «Sei bona, la maglietta ti sta bene». Gli incontri in bagno a scuola
Sesso tra prof e studentessa 14enne, le chat della docente: «Sei bona, la maglietta ti sta bene». Gli incontri in bagno a scuola
di Redazione Web
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Lunedì 15 Aprile 2024, 12:08

«Sei bella, sei bona, la maglietta ti sta bene». E ancora: «Quanto ti vorrei qua, mo’ se stavamo assieme ce ne andavamo...», «Ma se c’è la kiss cam in piazza ci baciamo?». Sono i messaggi che la professoressa 54enne di Pescara avrebbe inviato alla sua studentessa di 14 dal 2022 fino alla fine della relazione che avevano creato. La donna in Procura si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma le accuse a suo carico sono gravissime. 

Cosa ha detto la studentessa

«La professoressa mi piaceva tanto come persona ma nel senso che la vedevo come punto di riferimento nel senso di amicizia, non era mia intenzione fare altro insomma», le parole della ragazza riportate dal Corriere.

La docente si rivolgeva alla studentessa chiamandola «piccola», «amore», «tesoro». «Pensavo fosse per ridere -dice la giovane - E pure io glielo dicevo, anche perché lei è davvero una bella donna». L'inchiesta sarebbe partita dalla denuncia della psicologa della scuola, che aveva parlato con la minorenne. Quando la professoressa ha saputo del confronto con la specialista, avrebbe chiesto alla ragazzina di cancellare le chat di WhatsApp.

La testimonianza dell'amica

La Pm Gabriella De Lucia e gli investigatori della squadra mobile hanno in mano anche la testimonianza dell’amica del cuore della ragazza, a conoscenza delle chat tra docente e allieva, ricevute come screenshot a partire sempre dalla fine dello scorso anno, riporta Il Messaggero.

«Un giorno, mi ricordo, io stavo sulle scale. Le ho viste mentre si baciavano», ha raccontato l'amica della presunta vittima. Non un bacio casto, precisa; un bacio vero, prima sulla guancia e poi sulla bocca. Non ha dubbi il gip: il consenso della vittima minore di sedici anni non esclude la violenza. Da ritenersi aggravata, in questo caso, dal «rapporto fiduciario che pone l’agente in una condizione di preminenza e autorevolezza idonea a indurre il minore a prestare consenso».

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