ANCONA - Da Budapest a Budapest, perché la storia non lascia mai nulla al caso. Nella capitale ungherese, dove ha completato lo scintillante palmares della propria carriera vincendo anche l’oro outdoor nel salto in alto nei mondiali di atletica, Gianmarco Tamberi (testimonial social della Regione Marche) c’era già stato. Un anno fa, per la precisione, con gli amici di sempre per festeggiare l’addio al celibato prima delle nozze con Chiara Bontempi. Quegli amici con i quali, ogni volta che può, si rifugia per mangiare la pizza margherita con salsiccia e bufala (rigorosamente a crudo, ndr), o un hamburger all’americana. Oppure, come da tradizione prima delle gare importanti, le tagliatelle al ragù. Guai a cambiare la scaramanzia.
La vigilia
Per questa vigilia ha scelto Chiara, la sua Chiara.
Famiglia e passioni
Papà Marco è stato primatista italiano di salto in alto e si giocò la finale delle Olimpiadi di Mosca. Mamma Sabrina è docente di Scienze Motorie, il fratello Gianluca ha trionfato laureandosi campione invernale di lancio del giavellotto nel 2010. Il numero 8 di Kobe Bryant una filosofia di vita, la mezza barba (da qui il soprannome Half Shave che lo ha reso celebre nel mondo) per ammazzare la tensione delle grandi finali. In mezzo la pettinatura platinata, la partita a pallacanestro sul più classico dei campetti di periferia con pizza d’asporto insieme ai tifosi locali dopo un meeting a Losanna. Per anni atleta delle Fiamme Gialle poi delle Fiamme Oro, amante dei social e della musica (di ogni livello).
Il coraggio di schierarsi
Nella sua adolescenza spicca la batteria nel gruppo “The Dark Melody” e gli studi in Economia alla Luiss. Amicizie celebri nate nel tempo, Gianluigi Buffon, Gregorio Paltrinieri, Marcell Jacobs, Bebe Vio e Lorenzo Jovanotti. Anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, al di là dei ruoli istituzionali. Uno dei suoi preferiti. Come dimenticare il rapporto controverso con i suoi followers (oltre 648mila solo su Instagram) sul caso Alex Schwazer. Prima il duro attacco al connazionale dopo le voci di doping, poi il coraggioso dietrofront: in mezzo tanti insulti. Ma Gimbo non ha mai temuto il giudizio, ne ha fatto uno dei più grandi pregi. E questo, la sua Ancona che lo ha sempre sostenuto, lo sa bene.
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