BAVENO - Alla faccia della filiera. Quel rapporto privilegiato che lega la Regione al Governo nazionale in virtù dello stesso colore politico e, ancor più nello specifico, della bandiera di Fratelli d’Italia che sventola su Palazzo Chigi e Palazzo Raffaello. Capita però che la ministra al Turismo Daniela Santanchè - anche lei in quota FdI - organizzi, tra ieri e oggi, il primo Forum internazionale del turismo a Baveno, sul Lago Maggiore.
C’è tutto il gotha della maggioranza: da La Russa, che apre il giro degli interventi, a Lollobrigida, che prova a scrollarsi di dosso lo scivolone sulla fermata extra del Frecciarossa parlando dell’importanza del turismo enogastronomico.
L’assenza che fa rumore
Solo altre tre regioni non hanno mandato rappresentanti al Forum: Toscana, Sardegna e Trentino. La prima forse per una questione di divergenze politiche; la seconda magari per difficoltà logistiche. Ma le Marche? Ora, nella nostra regione la delega al Turismo ce l’ha il governatore Francesco Acquaroli, che in effetti era assente giustificato: ieri è stato ricevuto da Papa Francesco insieme ai rappresentanti istituzionali delle comunità terremotate per l’udienza dedicata al cratere del sisma. Ubi maior.
Ma possibile che non ci fosse nessuno da mandare a Baveno in sua vece? E soprattutto: possibile che nessuno ci abbia pensato? È stata creata un’Agenzia del Turismo ad hoc: almeno il direttore Marco Bruschini non avrebbe dovuto esserci per rappresentare le Marche? Anche per rimettersi in piedi dopo il poco felice episodio del contratto fantasma con Aeroitalia, ancora tutto da chiarire.
E in effetti, dallo staff del Ministero era atteso, ma non si è presentato. Poi non c’è da stupirsi se della nostra regione non si ricorda mai nessuno. L’appuntamento di Baveno poteva essere un’occasione per farsi conoscere, lavorare ad accordi con altre Regioni, con i tanti imprenditori del settore presenti. E invece no, ennesima occasione sprecata. Nota a margine: un plauso all’assessore al Turismo di Ancona Daniele Berardinelli, seduto in platea. Almeno lui c’era.