San Benedetto, lo sgombero dalle palazzine ex Santarelli è durato poco: «Persone losche di nuovo presenti»

lo sgombero dall'area Ballarin è durato poco: «Persone losche di nuovo negli scheletri delle palazzine vicino al porto»
lo sgombero dall'area Ballarin è durato poco: «Persone losche di nuovo negli scheletri delle palazzine vicino al porto»
di Emidio Lattanzi
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Martedì 7 Marzo 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 15:12
SAN BENEDETTO - «Entrano, escono. Questo è in condominio ormai». E’ di un continuo via vai di persone che parla chi opera nella zona portuale, in particolar modo nell’area a ridosso delle palazzine, la cui costruzione si è ormai interrotta decenni fa, che si trovano a Sud dell’area Ballarin. Strutture enormi e (teoricamente) disabitate dal momento che si tratta di scheletri di edifici mai ultimati e privi di qualsiasi tipo di protezione sia per quanto riguarda freddo e intemperie che per quel che concerne la sicurezza. Eppure dentro c’è chi sembra essersi stabilito da tempo e di aver eletto la struttura a propria dimora. Si parla di più di una persona. 


Le conferme


Presenze confermate da un via vai a tutte le ore del giorno (ma in particolar modo al mattino e nel tardo pomeriggio) e dalle tante voci che si odono echeggiare dall’interno della struttura. «Prima scavalcavano - affermano - ora invece sembra che passino attraverso un varco aperto nella porta principale che si trova sul fronte orientale del complesso, in via Amerigo Vespucci». Il buco in effetti c’è e si trova nella parte pià bassa del fatiscente cancello che dovrebbe garantire il rispetto del divieto di entrata a chiunque. Quell’area è stata teatro di numerosi blitz nel corso degli ultimi anni. In un caso, in particolare, fu letteralmente smantellata una comunità di persone che bivaccavano all’interno del complesso, sia all’interno delle palazzine che fuori, dentro un container che era rimasto nel cortile interno dai tempi in cui i lavori si fermarono lasciando in eredità alla città quegli scheletri.

In seguito a quell’operazione era stata tirata su un’alta recinzione che, in teoria, avrebbe dovuto scoraggiare chiunque a penetrare in quell’area. E per un po’ aveva anche funzionato se non fosse per il fatto che, da diversi mesi ormai, è tornato a vedersi l’andirivieni. Uno di loro, già da parecchio tempo, si è stabilmente sistemato all’interno della struttura e, dopo di lui, nel corso del tempo, ne sono arrivati altri. Una situazione che ha come sfondo una delle tante incompiute della città. Quella dele palazzine del Ballarin rappresenta una vera e propria irrisovibile ferita che colpisce la città di San Benedetto.


I motivi


Sono state tirate su da un cantiere avviato negli anni Novanta e non sono mai state terminate. Da allora - siamo ormai sulla soglia dei trent’anni - quell’area rappresenta una ferita per San Benedetto soprattutto perché sembra che nessuno sia stato in grado di sbloccare quella situazione. Il tutto fa il paio con il vicino ecomostro di via Calatafimi. Anche in questo caso si tratta di un privato che ha lasciato letteralmente marcire una struttura mastodontica che, da anni ormai, rappresenta un peso per tutto il quartiere che assiste impotente ad ogni tentativo di trattativa con i privati per risolvere una situazione che, più passano gli anni, e più pare sia in una situazione di irrisolvibilità.

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