Protesta davanti all'ospedale dei dipendenti dell'Area vasta 5 ma i sindacati sono spaccati sulle strategie da seguire

La manifestazione davanti all'ospedale
La manifestazione davanti all'ospedale
di Cristiano Pietropaolo
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Sabato 5 Novembre 2022, 04:10

ASCOLI - Si è svolto ieri, davanti all’ospedale Mazzoni, il presidio delle sigle sindacali Usb, Nursind e Nursing Up. L’intento, da parte degli organizzatori, è rivendicare alcune battaglie a favore dei lavoratori della sanità a seguito del fallito tentativo in Prefettura del 24 ottobre e in attesa della convocazione in Regione Marche per il 9 novembre.
 
«I lavoratori hanno diritti negati da anni, partendo dai fondi contrattuali e dal riconoscimento del pagamento di tutte le ore di straordinario, mentre l’indennità di malattie infettive è ferma ad aprile, così come non sono riconosciuti i tempi di vestizione covid, 40 minuti a turno, come da delibera regionale - spiega Mauro Giuliani di Usb. - Molti hanno più di 100 giorni di ferie non goduti. I lavoratori sono stanchi e in tanti hanno partecipato nonostante abbiano fatto il turno di notte, ma il clima è invivibile. Aspettiamo la produttività 2021 e 2022 e la proroga dei 200 contratti in scadenza a fine anno. L’azienda nega tutto ciò ai lavoratori ma si occupa solo di incarichi di funzione, spendendo 500mila euro senza seguire l’iter contrattuale dovuto. Se il 9 novembre non arriveranno risposte, faremo sciopero. Alle altre sigle sindacali chiediamo cosa hanno fatto per il bene dei lavoratori. Vogliamo che i lavoratori impegnati sul fronte Covid siano pagati per ciò che è loro dovuto. Non è possibile dare a pochi e togliere a molti». Maurizio Pelosi di Nursind aggiunge: «I lavoratori iniziano a licenziarsi. Nessuno li tutela. A loro va dovuto ciò che gli spetta, visto che hanno lottato contro il Covid. Faremo altre manifestazioni, sperando di avere risposte dalla Regione, poi decideremo se andare avanti con le proteste».

«I carichi di lavoro di infermieri e lavoratori del settore sono enormi, con il rischio che commettano errori - aggiunge Roberto Tassi di Nursing Up. - In virtù dell’arrivo delle Ast, bisogna riallineare i fondi per garantire la qualità dell’assistenza e il diritto ai salari previsto dal contratto nazionale».

Critiche a Usb, Nursing Up e Nursind arrivano da Cgil, Cisl, Uil, Fials e Ugl. Secondo queste sigle «da mesi alcune organizzazioni sindacali minoritarie e di minoranza, in perfetta solitudine, hanno intrapreso iniziative di sterile contrapposizione, con la consapevolezza di non poter conseguire alcun risultato, quindi al solo fine propagandistico. La soluzione di quasi tutti i problemi dei dipendenti di Area vasta 5, dipende dalla sperequata attribuzione dei fondi contrattuali, tanto che il consiglio regionale contemplò l’obbligo del riequilibrio dei citati fondi tra le singole Aree vaste al momento non attuato - spiegano. - L’affermazione di Usb, Nursind e Nursing Up sul fatto che grazie a loro la Regione ha ripreso le trattative è falso. Nel Pubblico impiego, ci sono due modi per affrontare i problemi; il primo, quello della contrapposizione sterile, finalizzata solo a conseguire visibilità e consenso associativo; il secondo, quello della contrattazione quale unico strumento per conseguire risultati».
 

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