Alessandroni, il video della rovesciata fa il giro del mondo: «Il mio gol da sogno emblema per tutti i "dilettanti" marchigiani»

Alessandroni, il video della rovesciata fa il giro del mondo: «Il mio gol da sogno emblema per tutti i "dilettanti" marchigiani»
Alessandroni, il video della rovesciata fa il giro del mondo: «Il mio gol da sogno emblema per tutti i "dilettanti" marchigiani»
di Peppe Gallozzi
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Novembre 2023, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 17:40

ANCONA 12 novembre, stadio Diana di Osimo. In campo si sta giocando Osimana-Castelfidardo, sentito derby di Eccellenza che al 94' vede gli ospiti in vantaggio di un gol. Nell'ultimo assalto della gara, il capitano osimano Luca Patrizi avanza sulla fascia e scaraventa un pallone al limite dell'area. In quella zona staziona Lorenzo Alessandroni, attaccante classe '94 nato a Senigallia e grande conoscitore del dilettantismo marchigiano dalla Promozione alla Serie D.

GUARDA IL VIDEOL'Osimana evita il ko nel derby con il Castelfidardo al 95' grazie ad Alessandroni: la sua rovesciata è virale in tutta Italia

Una storia particolare

Una storia particolare, una promessa non sbocciata a causa di un grave infortunio che lo fermò ad un passo dal professionismo quando vestiva - da ventenne - le maglie di Parma e Piacenza.

Nessuno sa cosa passa per la testa di Lorenzo che, alzandosi in cielo spalle alla porta, esegue alla perfezione una rovesciata incredibile spedendo la palla in fondo al sacco. Il pareggio, l'esplosione di gioia, i festeggiamenti. Ma soprattutto ciò che verrà dopo. Il video del gol fa letteralmente il giro del mondo grazie ai social. Lo riprendono i giornali di ogni parte del pianeta, lo commentano appassionati da New York a Tokyo, da Londra a Sydney. C'è chi vorrebbe candidarlo addirittura per il Fifa Puskas Award, il premio istituito nel '95 dalla Fifa su richiesta dell'allora presidente Seep Blatter (intitolato a Ferenc Puskás, storico capitano della nazionale ungherese) che premia il calciatore o la calciatrice che abbia realizzato il gol più bello dell'anno. Senza barriere di alcun tipo nè categoria. Un premio vinto, in passato, anche dai vari Ronaldo, Salah, Giroud, Neymar e Romario.  Ma Lorenzo è il ragazzo di sempre, con quell'umiltà che lo ha sempre contraddistinto dentro e fuori dal rettangolo di gioco.

«Resto quello di sempre»

Alessandroni si rende conto di cosa ha combinato?

«Probabilmente no (ride, ndr)»

Da dove vogliamo cominciare?

«Non so da dove partire. Parto da quel 95' minuto. Ho visto Luca (Patrizi, ndr) sulla fascia, tra l'altro fuori ruolo, e questa palla che si alza in alto. Agisco di istinto, come mio modo di essere. Colpisco la sfera, la impatto bene, sento il rumore giusto. Tempo di cadere a terra e vedo che entra dentro. Poi blackout totale, corro verso la tribuna e c'è la gente che esplode di gioia».

Parte da lontano questo gol...

«Forse lo sogni da piccolo, quello era l'unico pensiero lontano. Ma il giro del mondo, milioni di visualizzazioni, pagine mondiali, l'accostamento al Premio Puskas non potevo neanche immaginarli. E' come aver vinto il Pallone d'Oro per noi dilettanti. Siamo questo, è impensabile. Ho adrenalina vera se penso a quel momento: i primi quattro, cinque giorni ho fatto fatica a prendere sonno».

C'è un ringraziamento particolare che si sente di fare?

«Oltre a chi mi è sempre stato accanto, un grazie sentito va a Michele, social manager dell'Osimana. Le sue riprese, il suo video hanno portato questo gol dove nessuno se lo sarebbe mai immaginato. Resterà dentro di me, è la ricompensa per tutti questi anni».

Come si svolge la vita di un calciatore di Eccellenza?

«La vita di un ragazzo normale che affronta la giornata andando al lavoro e allenandosi alle sette di sera con il sole, la neve e il freddo. La passione che ci spinge è incredibile. Noi andiamo a giocare la domenica pomeriggio sperando di avere delle soddisfazioni che poi ti porti dietro durante la settimana. Soddisfazioni che ti permettono di vivere bene e passare il tempo al campo in modo felice. Ma c'è un rovescio della medaglia».

Sarebbe?

«I sacrifici, tuoi e dei cari che sono vicini. I weekend cancellati, il tempo tolto alla famiglia è questo. Spero che questo gol, oltre alla bellezza, sia anche un po' l'emblema per noi dilettanti marchigiani. Le soddisfazioni possono arrivare per tutti».

Nella sua carriera c'è stato un treno che poteva portarla altrove? 

«L'infortunio al ginocchio a 20 anni, quando ero in rampa di lancio. Giocavo a Piacenza, cartellino del Parma. Poi il Parma ebbe dei guai societari nel 2013 e tornai nelle Marche».

Cosa si sente di dire ai tanti giovani che calcano i nostri campi dalla Terza categoria alla Serie D?

«Dico di dare il massimo dentro e fuori. Il lavoro paga ma non basta solo quello purtroppo. La fortuna gioca un ruolo importante ma se alla base non ci sono voglia, costanza e impegno non arriverà mai il momento giusto. In quel frangente, al 95', è arrivato il mio momento giusto. Il premio per non aver mai mollato».

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