Che cos’è successo
Ma a quel punto il ragazzo, durante il tragitto verso il parcheggio, avrebbe cambiato atteggiamento prendendola per un braccio, portandola dietro una siepe dove l'avrebbe iniziata a palpeggiare e poi buttata a terra, contesto in cui sarebbe caduto il telefonino della ragazza che chiedeva aiuto a un amico tramite un messaggio. Secondo l’accusa lui le avrebbe sfilato con forza i pantaloni e gli slip, consumando un rapporto nonostante i suoi tentativi di sfuggirgli e le grida. Lei tra le lacrime lo implorava di smettere: «Lasciami andare, ti prego». La ventenne era stata portata al Pronto soccorso dell'ospedale Infermi di Rimini, dove i medici avevano riscontrato lesioni alle parti intime e segni compatibili con la violenza, stabilendo una prognosi di 15 giorni.
La colluttazione
Quella sera c’era stata anche una colluttazione con un amico della vittima, un giovane che avrebbe ricevuto il messaggio in codice con la richiesta d’aiuto. Anche quest’ultimo si era costituito parte civile. L’imputato aveva detto di aver mollato un cazzotto per difendersi. La sentenza d’appello alla fine ha confermato la condanna ricevuta in primo grado: 4 anni e 2 mesi e 50mila euro di risarcimento nei confronti della vittima e 3000 nei confronti del ragazzo. La difesa è pronta a ricorrere in cassazione, l’imputato si trova ai domiciliari.