Sanità Marche, le Aree vaste fuori di 131 milioni. I cinque direttori nel mirino dell'Asur

La sede dell'Asur Marche
La sede dell'Asur Marche
di Martina Marinangeli
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Venerdì 17 Settembre 2021, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 08:46

ANCONA  - Non solo Cesare Milani. A ricevere la lettera di contestazione dell’Asur sono stati tutti e cinque i direttori di Area vasta ed il motivo del contendere sarebbe legato ai consistenti scostamenti dal budget assegnato per il 2021, registrati già nel primo semestre dell’anno. E non parliamo di spiccioli: il totale si assesterebbe su una cifra pari a 131,5 milioni di euro. Un numero che ha fatto scattare più di un campanello d’allarme.

 
Le missive
Nelle cinque comunicazioni inoltrate ai direttori nei giorni scorsi, verrebbe sottolineata l’insufficienza delle misure messe in campo per centrare gli obiettivi di budget, chiedendo contestualmente una gestione più efficiente delle risorse a disposizione ed un nuovo piano che preveda la rimodulazione delle spese per rientrare degli sforamenti.

Scendendo nel dettaglio dei territori, nell’area vasta 1 di Pesaro, guidata da Romeo Magnoni, lo scostamento sarebbe di 29,5 milioni di euro, mentre nell’area vasta 2 di Ancona, dove il direttore è Giovanni Guidi, addirittura di 37,7 milioni. Alto anche il dato nell’area vasta 3 di Macerata, diretta da Daniela Corsi, dove il buco rispetto al budget assegnato si assesterebbe su poco meno di 25 milioni di euro. Più contenuto, ma comunque sostanzioso, lo sforamento dell’area vasta 4 Fermana – della quale ha recentemente preso le redini Roberto Grinta –, pari a 10,8 milioni di euro. Chiude il cerchio l’area vasta 5 di Ascoli da cui tutto è partito – come anticipato ieri dal Corriere Adriatico –: qui lo scostamento da quel budget concordato con l’Asur nei mesi scorsi raggiunge i 28,5 milioni circa. Insomma, i prossimi mesi dovranno essere dedicati al rientro nei ranghi economici, ma le cifre sembrano essere parecchio oltre la soglia di guardia, tanto da necessitare di un richiamo formale.


Le scelte
Se tutti i direttori sono stati raggiunti dalla stessa strigliata, il più esposto sembrerebbe essere proprio Milani, che dal settembre 2018 dirige l’area vasta ascolana. Ma non sarebbe la prima testa a rotolare tra quelle della vecchia guardia. Lo scorso aprile, infatti, si era dimesso il numero uno dell’area vasta 4 Licio Livini, con rumors che parlavano di un malcontento dell’ormai ex direttore che andava avanti da qualche mese. E poi c’è stato il mezzo terremoto causato dalle dimissioni a ciel sereno della dirigente del Servizio salute regionale Lucia Di Furia, il 30 agosto, che ha spiazzato tutti. Insomma, la sanità marchigiana parrebbe perdere pezzi e la ricognizione nelle aree vaste ha fatto tremare la terra sotto ai piedi dei direttori. Non è una novità che la giunta Acquaroli voglia segnare un cambio di passo nel settore ed alcune figure di vertice potrebbero non essere riconfermate nelle loro posizioni. 

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