Caso Aeroitalia, siamo davvero condannati ai disservizi fino a ottobre?

Caso Aeroitalia, siamo davvero condannati ai disservizi fino a ottobre?
Caso Aeroitalia, siamo davvero condannati ai disservizi fino a ottobre?
di Martina Marinangeli
3 Minuti di Lettura
Domenica 28 Gennaio 2024, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 07:53

ANCONA - I mesi di dicembre e gennaio si sono caratterizzati per il servizio a singhiozzo operato da Aeroitalia sulle rotte di continuità territoriale. La rotazione mattutina da e per Milano ha subito nelle ultime settimane ritardi anche di oltre 5 ore (e in almeno due occasioni il collegamento è stato dirottato su Bergamo). Quelle per Napoli hanno registrato più di una cancellazione e il volo serale diretto a Roma è stato accorpato in diverse occasioni al collegamento per il capoluogo campano, sfasando la schedulazione degli orari del Sanzio. Una lunga serie di disservizi che ha fatto infuriare i passeggeri e gettato un’ombra sull’importante operazione legata alla continuità territoriale.

Diritti non rispettati

Già, perché a volte sembra sfuggire un elemento invece fondamentale: quello ai collegamenti aerei con Fiumicino, Linate e Napoli è un diritto concesso ai marchigiani dall’Unione europea per riconnettere la regione - scollegata alla stregua di un’isola - ai tre importanti hub italiani.

Fa bene il governatore Francesco Acquaroli a sottolineare in ogni occasione quanto sia stato importante raggiungere questo risultato, perché lo è stato davvero. Ed è stato tutt’altro che semplice centrare l’obiettivo. Ma se poi, a cadenza regolare, dobbiamo registrare cancellazioni e ritardi sui voli, quei diritti tanto faticosamente conquistati ci vengono negati. Come se non bastasse, questa continuità nei disservizi rischia di macchiare l’immagine di un aeroporto che, ad un passo dal fallimento, era riuscito a risalire la china e stava finalmente imboccando la via del rilancio.

Aeroitalia ha già annunciato la volontà di lasciare le Marche appena possibile e, stando al bando dell’Enac con cui la compagnia si è aggiudicata le tre rotte, il sipario calerebbe il 1° ottobre, dando almeno sei mesi di preavviso (quindi entro marzo). Di fronte a questa road map, alcune domande sorgono spontanee: siamo irrimediabilmente condannati a subire questi disservizi fino ad ottobre? È possibile che non ci sia nessuno deputato a garantire e far rispettare la qualità di un servizio finanziato con soldi pubblici dello Stato e della Regione? E se qualcuno c'è – l'Enac per esempio - perché non sta intervenendo?

L’Ente nazionale per l’aviazione civile ha bacchettato la compagnia diffidandola a rispettare i termini della Convenzione; ma l’Enac potrebbe unilateralmente recedere quella stessa Convenzione (acquisiti i pareri favorevoli di Mit e Regione), se volesse. Il bando prevede che il numero dei voli cancellati per motivi direttamente imputabili al vettore non superi il 2% di quelli previsti per ciascuno dei tre anni di esercizio. Oltre tale limite, c'è la penale da 3mila euro per ogni cancellazione. C’è un’ultima domanda che merita risposta: non è che pagare la sanzione convenga di più del far volare aerei semivuoti?

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