Muro contro muro: il caso Aeroitalia finirà in tribunale

Muro contro muro: il caso Aeroitalia finirà in tribunale
Muro contro muro: il caso Aeroitalia finirà in tribunale
di Lorenzo Sconocchini
5 Minuti di Lettura
Lunedì 30 Ottobre 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 14:59

ANCONA - Aeroitalia accusa Atim, in un’intervista uscita sabato sul nostro giornale, di aver tradito gli impegni presi sulla pubblicità del logo Let’s Marche a bordo degli aerei. Marco Bruschini, numero uno dell’Agenzia per il turismo della Regione Marche, gli risponde (ieri, sempre sul Corriere Adriatico) di avere solo evitato uno spreco di denaro pubblico che poteva configurarsi addirittura come aiuto di Stato, messo al bando dall’Ue. E adesso Gaetano Francesco Intrieri, manager della compagnia aerea che venerdì ha di colpo interrotto i nuovi collegamenti per Bucarest, Vienna e Barcellona - annunciando lo stop tra 11 mesi anche ai voli della continuità territoriale - controreplica a Bruschini mettendo in fila la cronistoria delle trattative condotte con Atim per i nuovi voli tra il Sanzio e gli aeroporti di Roma, Milano e Napoli.


Il canale social


Un lungo post su Facebook, concluso con l’annuncio di una causa legale contro Atim, in cui Intrieri fra l’altro, come voce dal sen fuggita, si lascia scappare l’ammissione che senza qualche “aiutino” collaterale le rotte previste dal bando sulla continuità territoriale «non sono economicamente sostenibili».

E in questa disputa oggi potrebbe entrare anche Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, che avendo emesso i bandi per i nuovi voli nazionali sarebbe intenzionata a cautelarsi con una diffida, giusto per ricordare ad Aeroitalia che il bando di gara finanziato con fondi pubblici prevede sì una clausola per l’uscita dopo un anno di gestione dei voli, con 6 mesi di preavviso, ma anche il rispetto puntuale degli impegni sul numero dei voli e il tipo di aerei utilizzati, ammettendo solo un numero minimo di cancellazioni, se non per cause di forza maggiore. Fare la voce grossa e annunciare di lasciare tutti a terra dal primo ottobre 2024 potrebbe creare ad Aeroitalia tensioni proprio con Enac.


Il fondo anglosvedese


Insomma, un’atmosfera non proprio serena che potrebbe innervosire il fondo anglosvedese Njord Partners - socio di maggioranza (91,5%) di Ancona International Airport - per una doccia gelata arrivata proprio nella stagione che, con le nuove rotte internazionali e i voli di continuità territoriale, sembrava destinata a far decollare finalmente le sorti del Sanzio. Senza contare poi che ci saranno strascichi legali, se è vero che ieri Intrieri annunciava via Facebook di aver «dato mandato ai nostri avvocati di procedere contro Atim per i danni cagionati». Il post di Intrieri, amministratore delegato di Aeroitalia, ricostruisce con accuratezza la sua versione sui fatti che hanno portato alla rottura annunciata venerdì. Tutto era iniziato, ricorda, nel maggio scorso, «quando veniamo contattati dal management dell’aeroporto di Ancona che ci invita a prendere nota dell’uscita del bando sulla continuità territoriale per le rotte verso Roma Milano e Napoli». 


Per Aeroitalia, non ci sono margini per fare business. «Rispondo - ricorda l’Ad - che le rotte previste al bando non sono economicamente sostenibili in quanto prevedono due aeromobili basati in loco ed un numero di ore volo complessive non sufficiente a garantire le economie di scala necessarie per basare due aeromobili». Ed è qui che, secondo la versione di Aeroitalia, entrano in scena Atim e Bruschini, introdotti dal management dell’aeroporto «per valutare la possibilità di nuove rotte», oltre a quelle di continuità. Aeroitalia opta per Barcellona e Bucarest mentre Atim preme per operare su Vienna e, in futuro, anche Amsterdam. «Atim - scrive Intrieri - si impegna nel promuovere il logo Let’s Marche attraverso una campagna pubblicitaria che prevede il logo su un nostro aeromobile più l’esposizione dello stesso nella nostra pubblicità locale dal primo ottobre 2023 e per un anno».


Il 31 luglio al Sanzio, in occasione del lancio dei nuovi voli, viene firmato il contratto tra Atim ed Aeroitalia ed il corrispettivo per la campagna «viene fissato in 750 mila euro più Iva». Così la compagnia aerea porta uno dei suoi aerei in hangar per decorarlo con il logo inviato da Atim ed espone il logo nella campagna pubblicitaria. «Abbiamo investito in questo accordo circa 150 mila euro fidandoci dell’Atim e del contratto firmato». Ma a ottobre, quando Aeroitalia invia ad Atim la prima fattura di 250 mila euro, si vede rispondere per e-mail «che la fattura non può essere ritenuta valida, senza addurre alcuna motivazione». «Chiediamo spiegazioni a Bruschini - scrive Intrieri - e sgomenti scopriamo che quel contratto in realtà non ha seguito delle procedure burocratiche che andavano probabilmente seguite». +Aeroitalia, che ha già investito un milione nell’operazione Sanzio, si sente presa in giro e la situazione peggiora «quando per caso veniamo a conoscenza che la stessa Atim era pronta a firmare un contratto per decine di milioni di euro con Ryanair, che evidentemente per Bruschini non sono invece sperpero di denaro pubblico».


L’offerta al rilancio


Secondo il retroscena svelato da Intrieri, Bruschini avrebbe provato a rimediare via pec qualche giorno fa «proponendoci un milione più Iva per la stessa promozione senza specificare in che modo le somme sarebbero state erogate, se non i primi 300mila da saldare entro il 30 novembre». Ma Aeroitalia risponde picche, «essendo venuto meno il rapporto di fiducia» e soprattutto considerati i contributi previsti per Ryanair. Il giorno dopo Bruschini avrebbe inviato ad Aeroitalia un’altra pec «dove si ritirava la proposta e si apriva a nuove eventuali negoziazioni non meglio definite». Ce n’era abbastanza, per Aeroitalia, per «non investire ulteriormente sulle Marche». Ieri Bruschini, contattato al telefono per il diritto di replica, ha preferito «non commentare le affermazioni di quel signore».

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