Pnrr con il freno a mano: solo un terzo dei fondi messo a bando in 2 anni

Pnrr con il freno a mano: solo un terzo dei fondi messo a bando in 2 anni
Pnrr con il freno a mano: solo un terzo dei fondi messo a bando in 2 anni
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 28 Giugno 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 07:35

ANCONA - In due anni, tra il 2021 e il 2022, le amministrazioni locali delle Marche hanno bandito solo il 33% dei fondi del Pnrr da mettere a gara. Il dato non esattamente incoraggiante emerge dal Rapporto annuale 2022 sull’economia marchigiana stilato da Bankitalia e presentato ieri nella sede dorica dell’istituto di credito. Un risultato non eccelso che ci vede comunque in linea con la media nazionale.

«Non è una percentuale che scalda il cuore, ma le amministrazioni stanno lavorando per accelerare la messa a terra dei progetti», abbozza uno spiraglio di ottimismo Alfredo Bardozzetti, che negli uffici di Banca d’Italia del capoluogo regionale ricopre l’incarico di capo divisione Analisi e ricerche economiche territoriali. 


L’analisi


Al 22 maggio 2023, alle Marche sono stati assegnati 3,1 miliardi di euro per interventi da realizzare con il Pnrr.

Di questi, non tutti dovranno passare per le gare, come ad esempio quelli destinati alle borse di studio. Ma del totale delle risorse che invece vanno messe a bando (circa 1,5 miliardi), le Marche, nel biennio ‘21/’22 hanno fatto gare solo per 551 milioni di euro.

Tra le amministrazioni locali, il ruolo di maggiore rilievo spetta ai Comuni, a cui va il 41% degli importi del Pnrr. Ma soprattutto i più piccoli fanno fatica ad andare a tempo con la serrata tabella di marcia imposta dal Piano, sia per una questione di personale ridotto all’osso, sia per carenza di tecnici esperti in materia. Dunque invertire la rotta non sarà semplice. Anche perché le risorse continueranno ad arrivare, non essendo stato ancora erogato per intero il Pnrr. In questa fase i fondi assegnati alle Marche in termini pro capite ammontano a 2.084 euro, un dato più elevato rispetto al resto del paese (1.911 la media italiana). E questo perché «c’è una concentrazione di risorse giustificata dagli interventi nel cratere sismico e per le opere ferroviarie» quali la Orte Falconara, spiega Bardozzetti. Saper spendere questa mole mastodontica di risorse che sta piovendo sulle Marche diventa ancora più importante alla luce del fatto che, dopo un 2022 in cui l’attività economica regionale aveva «completato il recupero dei livelli pre-pandemia», osserva Bankitalia, le incertezze dell’anno in corso hanno fatto registrare un rallentamento nei primi mesi del 2023.

«In un’ottica di medio termine, per le Marche sarà importante cogliere le opportunità offerte dal Pnrr, la cui esecuzione richiede però un impegno notevole, in tempi relativamente brevi, per gli enti attuatori», fa notare Maurizio Cannistraro, capo della sede di Ancona di Bankitalia, affiancato nell’illustrazione del Rapporto, oltre che da Bardozzetti, anche dalla prof Sabrina Ferretti.


Gli indicatori


Nel 2022, l’andamento delle attività industriali è stato condizionato dall’aumento dei costi di produzione, solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi di vendita, mentre i casi di espansione del fatturato sono risultati più diffusi tra le aziende maggiormente orientate ai mercati esteri. Va registrata la ripresa dei livelli di attività dei servizi, con un andamento particolarmente positivo del turismo, mentre le costruzioni hanno continuato a beneficiare degli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio. Nota stonata in un 2022 partito sotto i migliori auspici: il rialzo dei prezzi ha frenato il recupero dei consumi, colpendo in maniera più gravosa le famiglie meno abbienti. 

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