ANCONA - Un Paese a doppia velocità. Al netto della locomotiva del Nord Italia, da sempre mondo a sé, c’è la direttrice tirrenica che corre, mentre quella adriatica zoppica. E basta guardare alla mappa dell’Alta velocità per avere un’immagine plastica del problema: le uniche tre regioni ad esserne sprovviste sono Marche, Abruzzo e Molise (tolte Sardegna e Valle d’Aosta, per ovvie ragioni). Un bradipismo infrastrutturale che si traduce in una frenata anche a livello economico. Perché se non sei ben collegato, non sei attrattivo. E quindi non puoi competere sul mercato globale.
La promessa
La prima criticità nel lungo elenco dei gap infrastrutturali che rendono le Marche un’isola infelice, tanto geograficamente baricentrica, quanto paradossalmente difficile da raggiungere.
L’analisi
Eppure, per le Marche questa infrastruttura sarebbe fondamentale. E a dimostrarlo sono i freddi numeri: l’Alta velocità in arretramento lungo l’Adriatica genererebbe un impatto sul Pil marchigiano da 3,3 miliardi di euro e la creazione di oltre 4mila posti di lavoro. E questo solo per il nostro territorio. Allargando lo zoom al sistema Paese, l’opera da 44 miliardi di euro totali - e un arco di tempo di 13 anni per realizzarla - che tocca cinque regioni (oltre alle Marche, l’Emilia Romagna, l’Abruzzo, il Molise e la Puglia), si tradurrebbe in 95 miliardi di Pil generato e 144mila nuovi posti di lavoro stabili a tempo pieno. L’analisi è contenuta nello studio commissionato da Confindustria Ancona e realizzato dal Centro Studi Confindustria - con il supporto di Open Economics e della Politecnica delle Marche. Per la nostra regione, lungo la quale corre il 25% della tratta, si parla di un investimento da 11,1 miliardi di euro e di entrate fiscali da 2,9 miliardi.
Il nodo
Inoltre, il corridoio Ten-T prevede il passaggio lungo la linea Adriatica di 176 treni merci al giorno - stima massima elaborata da Rfi - conseguenza del fatto che la direttrice Adriatica viene presa come riferimento del traffico merci che dai porti di Gioa Tauro e Taranto arriva nel Nord Europa. E 176 treni merci al giorno a poche decine di metri dal bagnasciuga non è qualcosa che le Marche possano sostenere. Quindi l’Alta velocità in arretramento andrebbe fatta prima di subito. Ma purtroppo in Italia - e nelle Marche in particolare - non funziona così.
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