Riparte la Cavalcata, Fermo punta su turismo e tradizione: «Solo noi abbiamo una storia così»

Riparte la Cavalcata, Fermo punta su turismo e tradizione: «Solo noi abbiamo una storia così»
Riparte la Cavalcata, Fermo punta su turismo e tradizione: «Solo noi abbiamo una storia così»
di Chiara Morini
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Domenica 23 Luglio 2023, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 13:45

FERMO - «La Cavalcata è aggregazione, bellezza, storia e promozione». Così il sindaco Paolo Calcinaro sulla rievocazione che sta per entrare nel vivo. Dire che la Cavalcata è Fermo non è esagerato, perché il primo cittadino spiega anche i motivi per cui l’ha descritta in questo modo.

«Aggregazione – dice – anche per i giovani, e perché c’è un lavoro lungo tutto un anno; bellezza, per le location; storia perché si uniscono le radici della storia della città con la rievocazione moderna; promozione perché attrae tanti turisti, ma anche perché poi andrà in replica su Rai 3 nazionale».

 


L’attesa


Tutta la città è in fermento continuo, le 10 contrade sono sempre all’opera per animare la città. «La rievocazione – commenta il vicepresidente della Cavalcata, Andrea Monteriù – ha radici storiche e non lo diciamo solo noi, ma documenti storici parlano di un corteo in onore dell’Assunta il 15 agosto. La Cavalcata è l’identità delle tradizioni del territorio fermano, e quello che facciamo è anche rievocare la corsa al Palio. Presentare tutto nella sala consiliare, è stupendo, perché la sala, come la Cavalcata, simboleggia la vita cittadina». «Non è una semplice manifestazione – commenta l’altro vicepresidente Roberto Montelpare – dell’estate, è l’aspetto sociale di Fermo, che culmina il 15 agosto dopo 364 giorni di lavoro. La Cavalcata è una squadra che vince, fatta di coloro che lavorano dietro le quinte e di quelli che stanno in prima linea, nessun solista o solitario, una grande squadra che all’interno ha anche i più giovani, dopo che abbiamo coinvolto le scuole». Citazione indiretta ai 100 giorni al Palio, che ha visto sfilare, con tanto di gonfalonieri, tamburini e arti e mestieri alcuni bimbi.


I pilastri


«La Cavalcata – e qui a parlare è il regista Adolfo Leoni – si fonda su quattro pilastri: lo spettacolo-teatro, la public history (ovvero il racconto storico), la festa e la pluralità, la forte attrazione turistica». Si comincia venerdì 28 luglio, alle 21,30, nel cuore cittadino, piazza del Popolo, che per la serata sarà un teatro all’aperto d’eccezione. «Gli alfieri e i musici – spiega Leoni – racconteranno l’arrivo di Bianca Maria Visconti, ricreando l’atmosfera che allora volle Francesco Sforza per accogliere la sua promessa sposa». È l’inizio della rievocazione più antica d’Italia (in base a un documento del 998), che due anni fa ha ottenuto il riconoscimento di valore culturale, sociale, e civico della Cavalcata, da parte del Consiglio comunale che l’ha votato all’unanimità.

Poi, tra gli eventi principali il Gallo d’oro (1° agosto), le Hostarie (dal 6 al 9 agosto), la Tratta dei Barberi (12 agosto), il corteo in notturna (14 agosto) e la giornata di Ferragosto con il Palio.


Le radici


«La Cavalcata come rievocazione più antica d’Italia – commenta la consigliera regionale Jessica Marcozzi – è importante per il sociale, ma anche per il turismo, perché fa conoscere la città e non solo, anche il resto del territorio marchigiano. Il turista che viene vive l’evento e vive l’arte, e quindi si crea turismo di qualità. Dalla regione ci sono contributi alle rievocazioni che promuovono le Marche e Fermo ha raggiunto lo scopo regionale». «Un vero evento regionale – lo definisce un altro consigliere regionale, Marco Marinangeli –: le rievocazioni, se fatte bene sono determinanti per attrarre i turisti nelle Marche. Il valore della Cavalcata arriva dall’amministrazione, ma anche e soprattutto da chi vive il territorio, che poi lavora con passione per riuscire a tramandare le tradizioni alle nuove generazioni». Turismo, ma se si parla di storia, non si può tralasciare l’aspetto culturale. «La cosa forse più importante della Cavalcata – osserva il presidente della Fondazione Marche Cultura, Andrea Agostini – è l’identità». Identità della città, cosa riaffermata, si diceva, dal consiglio comunale. «Bisogna distinguere però – aggiunge Agostini – tra rievocazioni e folklore. E la differenza, per una rievocazione, la fa proprio la comunità. Per meglio rafforzare la rievocazione si potrebbe ricorrere all’audiovisivo; Marche Film Commission ha messo a disposizione fondi per realizzare cortometraggi che potranno anche essere destinati all’estero. E su questa idea si basa la collaborazione tra Marche Cultura e la Cavalcata».

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