Non erano presenti metastasi al cervello al momento del decesso di Andrea Purgatori. È quanto emerge «concordemente» dagli esami istologici completati oggi nell'ambito dell'indagine della Procura di Roma sulla morte del giornalista Andrea Purgatori. Oggi c'è stato un incontro tra i consulenti dei pm e quelli delle parti per fare il punto sulla attività effettuata in queste settimane all'istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata. Nel procedimento, avviato dopo una denuncia dei familiari, sono indagati due medici per omicidio colposo.
Il fascicolo
Il fascicolo è stato aperto a luglio dopo una denuncia presentata dai familiari del giornalista per chiarire cosa abbia causato in poche settimane il decesso di Purgatori e se ci siano stati errori sia nella diagnosi che nelle cure effettuate.
Il decesso
Le condizioni restano stabili fino a metà maggio, Purgatori continua a lavorare tanto da registrare una puntata del programma Atlantide, poi però il quadro comincia a peggiorare. Dagli esami a cui si sottopone arrivano elementi incoraggianti ma Purgatori continua a stare male, a peggiorare. A giugno si sottopone ad una tac nella prima clinica in cui si era recato ad aprile. Il referto, sempre secondo quanto riferiscono i familiari nella denuncia, è inaspettato: nessuna traccia di metastasi al cervello, solo tracce di ischemie cerebrali. Un quadro confermato anche da un'ulteriore risonanza effettuata in altra struttura. Le condizioni dell'ex giornalista del Corriere della Sera continuano, però, a precipitare. Viene ricoverato in uno dei policlinici della Capitale. Lì ai familiari viene confermata la prima diagnosi. Pochi giorni dopo Purgatori è morto
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