Monteprandone, inseguì lo sfollato
con una mannaia, accuse più gravi

Il tribunale di Ascoli dove si è svolta l'udienza
Il tribunale di Ascoli dove si è svolta l'udienza
1 Minuto di Lettura
Mercoledì 12 Aprile 2017, 08:28
MONTEPRANDONE - Seconda udienza del processo che vede sul banco degli imputati Stefano Melis, tuttora recluso nel carcere di Marino del Tronto, nei confronti del quale, in concorso con Mirko Podkoscielny e Fabrizio Pompizii, è stato ipotizzato il reato di aggressione con una mannaia e con calci e pugni nei confronti di Ettaybei Al Mouhajir. Nel corso della prima udienza il giudice Marco Bartoli dette incarico al dottor Roberto Ianni di effettuare una consulenza tecnica al fine di stabilire se le lesioni riportate dall’extracomunitario erano compatibili con un colpo di mannaia. Ieri mattina il dottor Ianni ha depositato la sua perizia in cui si afferma che le ferite sono compatibili con il fendente di una mannaia e che le lesioni riportate richiedevano una guarigione di oltre 40 giorni. Per Stefano Melis quindi, difeso dagli avvocati Umberto Gramenzi e Silvia Morganti, si aggrava il capo d’imputazione. La vicenda si verificò lo scorso anno in un albergo di Centobuchi di Monteprandone dove il quarantenne romano inseguì uno sfollato marocchino (51 anni di Folignano, rimasto senza casa) colpito dal terremoto, con una mannaia al culmine di una banale discussione cominciata durante la cena e poi degenerata. Furono i presenti terrorizzati per quanto stava avvenendo a chiedere l’intervento dei carabinieri. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA