L'imprenditrice Natascia Troli si racconta: «I nonni partigiani e i viaggi in Egitto»

L'imprenditrice Natascia Troli si racconta: «I nonni partigiani e i viaggi in Egitto»
L'imprenditrice Natascia Troli si racconta: «I nonni partigiani e i viaggi in Egitto»
di Francesca Gironelli
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Domenica 7 Gennaio 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 15:35

Determinata e con le idee chiare: Natascia Troli ha vissuto la sua adolescenza con impegno e leggerezza, che l’hanno accompagnata verso i suoi traguardi. Un’indole fatta di concretezza e sogno che appartiene a chi vive cullato dalle montagne, spirito ereditato dai genitori Mariano e Santina, e dai suoi nonni, tutti di Pozza ad Acquasanta Terme: «Quelli materni, in particolare, mi hanno fatto da baby sitter. Ex partigiani, hanno ricevuto la medaglia d’oro, hanno vissuto il dramma dell’eccidio di Pozza. Nonni energici, sempre disponibili: mi hanno regalato momenti speciali e ricordi meravigliosi. Forse la loro energia derivava proprio dall’aver lottato per la vita». Nel 1984, la famiglia si trasferisce a Folignano, quando nasce sua sorella e per la necessità del padre, ufficiale di polizia, di essere più vicino al lavoro ad Ascoli. 

Il trasferimento

«Amavo tantissimo le materie scientifiche. Alle scuole medie - spiega Natascia ripensando a quei momenti - nelle giornate di orientamento, mi rimase impressa la visita all’Istituto Mazzocchi perché aveva tanti laboratori. Ne rimasi affascinata e ho scelto quasi per istinto». Natascia ama la scuola ma non passa ore e ore sui libri: «Le mie materie preferite erano anatomia, patologia, ciò che riguardava la salute umana. Studiavo e mi piaceva la scuola ma il bello era stare con gli amici. Riuscivamo ad accordarci, ed eravamo in tanti in gruppo, senza telefono cellulare: oggi sembra impossibile! Ricordo quegli anni - commenta Natascia - fatti di spensieratezza, di amici per sempre, di stare insieme per costruire qualcosa, senza nessun atto pericoloso, stranezze o differenze fra ragazzi e ragazze. E in classe - aggiunge Natascia - tutta al femminile, eravamo solidali!». Ci sono anche i giorni di occupazione e di scioperi a scuola - quelli consapevoli, senza fare danni o vandalismi - e giorni dove c’è poca voglia di scuola: «Una volta, mi becca proprio il preside mentre mi allontano per “salare”. Mi fissa negli occhi, mentre penso di scavarmi la fossa per l’imbarazzo, e mi dice: Troli, perché stai andando nella direzione opposta alla scuola? E io, neo diciottenne spavalda, rispondo che non siamo alla scuola dell’obbligo e ormai sono maggiorenne.

Tutto vero. Però il preside ha avvisato lo stesso i miei genitori!». Fidanzata a 17 anni, sposata a 23 e ancora felicemente insieme a suo marito, Natascia ripensa alle tappe subito dopo il diploma: «Ho iniziato a fare dei lavoretti per mantenermi, che mi sono serviti molto, mi hanno insegnato che la vita è fatta di sacrificio. Nel frattempo, ho iniziato un lungo corso di specializzazione: durante lo stage pratico da un consulente mi sono innamorata pazzamente del mio lavoro! Ho scoperto che le cose che avevo imparato a scuola non erano lettera morta, ma servivano nel mondo reale». Con il coraggio vibrante dell’adolescenza sfiorato da pochi pensieri, accompagnata da tanta musica in testa nelle migliaia di cassette consumate dal walkman, Natascia va avanti. Apre la partita Iva e inizia la sua carriera che continua oggi, con passione. Mamma di una ragazza di 15 anni, imprenditrice e consulente, ha saputo inseguire il suo sogno sin da giovane dividendosi con agilità fra studio, pallavolo, danza latino americana con il suo fidanzato e marito, le passeggiate e i viaggi agognati.

Il viaggio

«Il più emozionante è stato Sharm el-Sheikh in Egitto, io sono appassionata della cultura egizia e per me è stato fra i viaggi più belli!». “Lasciate ogni speranza voi ch’intrate”. Il celebre versetto infernale della Divina Commedia, libro preferito di Natascia, potrebbe essere l’etichetta che affibbieremo agli anni arrovellati e aggrovigliati dell’adolescenza contemporanea, che anticipa tutto e scava a fondo per rimanere prigioniera di tanta profondità, perdendo lo slancio per spiccare il volo. «Auguro ai giovani più leggerezza, quel pizzico di ingenua e onesta spregiudicatezza che fa crescere bene, assaporare il desiderio di iniziare e proseguire il viaggio, immaginando senza troppe certezze come sarà il domani!» Decidere di alzarsi e partire, per uscire fuori “a riveder le stelle”.

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