Il commercialista Pierpaolo Lattanzi: «Che gioia la vittoria a Mare contro Mare»

Il commercialista Pierpaolo Lattanzi: «Che gioia la vittoria a Mare contro Mare»
Il commercialista Pierpaolo Lattanzi: «Che gioia la vittoria a Mare contro Mare»
di Valentina Berdozzi
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Domenica 21 Aprile 2024, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 12:05

Chi disse che l'importante è partecipare, sapeva perfettamente quanto, la sola partecipazione, sia già di per sé un meccanismo salvifico. La vittoria è solo un dettaglio: di quelli importanti, ma non esclusivi. Il vero risultato sta nella grinta cui si ricorre, nella tenacia di non mollare mai, nel terreno fertile della determinazione in cui affondare le radici e trarre linfa e giovamento. O, come ripete spesso Piepaolo Lattanzi - commercialista, revisore contabile e consulente di Porto Sant’Elpidio, dove è anche consigliere comunale - nel metterci la faccia e non tirarsi indietro mai, che è la vera lezione che danno lo sport e la vita. Giura di averlo appreso subito questo insegnamento, lui, figlio di padre appassionato di basket e, a sua volta, cestista sin dalla tenera età.

La famiglia

«Mio padre Walter è stato uno dei fondatori della San Crispino, tra le squadre di pallacanestro più antiche della città.

E io, che respirando in casa questa passione sono venuto grande, non ho potuto fare a meno di coltivarla con gli amici, nel tempo libero, nel campetto dietro l'oratorio. Il basket è stato la mia infanzia. O, per lo meno, una delle sue declinazioni più vere e autentiche, per me che sono un elpidiense doc e sono venuto grande con la convinzione che crescere qui è stata una delle esperienze più belle al mondo». In questo cammino, i punti di riferimento non sono mancati. «Sono figlio - dice - di due grandi persone: mio padre è stato una delle persone più simpatiche, divertenti, gioviali e allegre che abbia mai conosciuto. Un esempio di passione e tenacia, di amore dello stare insieme e del condividere, mi ha insegnato la bellezza dell'umiltà e dell'onestà. Per mia madre mi viene in mente l'immagine del vulcano, perché è così che è ed è sempre stata. Ricordo una sua foto degli anni Settanta in cui faceva windsurf: energica come poche, mi ripeteva sempre di guardare in alto e non mollare mai. E io cosi ho fatto: negli studi, come nei sogni e nello sport. La natura non mi ha premiato con il perfetto fisico dell'atleta o del cestista, ma mi ha dato una grinta naturale che la vicinanza dei miei genitori non ha potuto far altro che incrementare». Di questa particolare miscela di determinazione, sport, agonismo e affetto, esiste un condensato speciale, di cui la memoria conserva un ricordo accogliente e festoso. «Era il 1988 e avevo 17 anni. Mia madre era la presidentessa della Pro Loco di Porto Sant'Elpidio e venni così coinvolto nella registrazione di un programma televisivo che si intitolava “Mare contro Mare” e che, di puntata in puntata, prevedeva che la squadra di una città di mare della costa adriatica e di una della costa tirrenica si scontrassero in giochi di abilità fisica, di resistenza e di logica. Fu un campionato serrato, che la compagine di Porto Sant'Elpidio, di cui facevo parte, giocò con grande passione e professionalità, arrivando fino alla finale, disputata contro la squadra di La Spezia. Fu una lotta dura, per la quale ci preparammo con serietà e devozione: per due mesi interi ci allenammo al camping Holiday, in vista dello scontro finale a Cecina, in Toscana. Ricordo i due bus di sostenitori che ci raggiunsero fin là per darci il loro supporto di persona e i maxischemi allestiti in piazza per permettere a tutti di seguirci e trasformare così l'evento in un'occasione di festa collettiva. Tutta la città faceva il tifo per noi e tra il bacio dato sott'acqua a una delle ragazze in squadra con me e un'apnea di quasi due minuti, vincemmo e portammo il nome di Porto Sant'Elpidio in alto tra i mari d'Italia».

L’impegno

«La competizione non mi ha mai fermato - chiosa -: ho dato sempre il meglio dei me, con grinta, entusiasmo e la faccia di uno che non si è mai tirato indietro». La risata spontanea che inframezza le parole apre un varco tra un ricordo e l'altro. Smantellate le quinte delle gesta eroiche di Cecina, Pierpaolo sorride a un'altra battaglia storica, una di quelle che fanno capire davvero che «sono sempre stato uno che ci ha messo la faccia, nonostante tutto e tutti - sentenzia -: ai tempi del Liceo organizzai un sit-in davanti lo studio del preside Buonaiuto, per protestare contro il trattamento iniquo che noi studenti ritenevano di aver ricevuto dagli insegnanti. Nello specifico non cambiò nulla, ma la soddisfazione di aver combattuto per le proprie idee non ebbe prezzo».

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