Carabiniere ucciso, l'appello dell'accusato dal carcere: «La mia famiglia senza soldi, mandatemi a casa»

Ex carabiniere ucciso, l'appello dell'accusato dal carcere: «La mia famiglia senza soldi, mandatemi a casa»
Ex carabiniere ucciso, l'appello dell'accusato dal carcere: «La mia famiglia senza soldi, mandatemi a casa»
di Luigi Miozzi
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Venerdì 17 Settembre 2021, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 08:47

ASCOLI - Il contenuto del messaggio inviato da Giuseppe Spagnulo alla moglie Francesca Angiulli in cui il marito fa dei commenti nei confronti di Antonio Cianfrone. È quanto riferito da un ufficiale di polizia giudiziaria che ieri mattina ha testimoniato davanti ai giudici della corte d’assise di Macerata alla ripresa del processo per l’omicidio dell’ex vi- ce comandante della caserma dei carabinieri di Monsapolo ucciso nel giugno del 2020 mentre faceva jogging sul a pista ciclabile di Pagliare. 

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Le accuse

Per la Procura di Ascoli che ha condotto le indagini, a compiere il delitto sono stati moglie e marito che ora devono rispondere dell’accusa di omicidio premeditato in concorso tra loro. Nel corso dell’udienza, sono sfilati i testimoni dell’accusa che, incalzati dal Pm e dai difensori dei due imputati, gli avvocati Alessandro Angelozzi e Felice Franchi, hanno riferito ai giudici quanto da loro visto la mattina del 3 giugno dello scorso anno quando Antonio Cianfrone venne ucciso a colpi di pistola di piccolo calibro. Secondo quanto sostenuto dall’accusa, a sparare la mattina del 3 giugno dello scorso anno, è stato Giuseppe Spagnulo che dopo aver raggiunto insieme alla moglie la pista ciclabile in sella alla motocicletta, si è nascosto e ha atteso l’arrivo di Cianfrone che stava facendo jogging per sparagli più colpi con una pistola calibro 7,65 browning per poi inseguirlo per alcuni metri e colpirlo mortalmente al capo e alle spalle. Nessuno dei testimoni ascoltati ieri e che quel giorno stavano percorrendo la pista ciclabile nel momento in cui è stato compiuto l’agguato, ha riferito di aver visto altre motociclette oltre quella su cui viaggiavano i coniugi nè allontarsi nelle due direzioni, verso est ed ovest. Poi, sul banco dei testimoni è salito un ufficiale di polizia giudiziaria che ha condotto le indagini sui telefoni cellulari della coppia nei mesi successivi al delitto. E ha riferito di essere riuscito a recuperare dalla memoria dello smartphone di Giuseppe Spagnulo un messaggio inviato alla moglie che era successivamente stato cancellato. 
Il messaggio
In quel messaggio, il marito faceva dei commenti abbastanza pesanti nei confronti di Cianfrone poichè l’ex vice comandante dei carabinieri di Monsampolo aveva posteggiato la sua autovettura in maniera tale da non consentire a Spagnulo, che per conto dell’amministrazione comunale di Spinetoli curava la manutenzione della pista ciclabile, di procedere al taglio delle erbacce.

Al termine del dibattimento poi, lo stesso Spagnulo ha chiesto al giudice di poter rendere dichiarazioni spontanee. «Ha voluto evidenziare lo stato personale in cui si trova - ha riferito l’avvocato Alessandro Angelozzi - In particolare, ha fatto riferimento alla sua situazione familiare e alla preoccupazione per il figlio rimasto solo e che sta vivendo in uno stato difficoltà tanto che, ha riferito al giudice, che gli erano state tagliate le utenze idriche e quant’altro. Per questo motivo, ha chiesto di poter tornare a casa». Il processo è stato aggiornato al 30 settembre per terminare l’audizione degli ultimi 11 testimoni indicati dalla Procura. 

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