Acquaroli: «Il Green pass allargato obbliga alla profilassi. Tamponi ogni 72 ore per non penalizzare le famiglie»

Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche
Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche
di Maria Teresa Bianciardi
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Venerdì 17 Settembre 2021, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 08:41

ANCONA - Francesco Acquaroli, governatore delle Marche, ha presenziato all’incontro Stato-Regioni per la definizione del Green pass nei luoghi di lavoro. Cosa ha detto durante il confronto?
«Ho sostenuto con forza la necessità di estendere la validità del tampone da 48 A 72 ore, perché il Green pass rischia di diventare una misura estremamente penalizzante per le famiglie marchigiane».

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Perché?
«Soprattutto i genitori con figli che frequentano le attività sportive e che non sono convinti di sottoporli alla vaccinazione a quell’età, si vedono costretti a pagare i test per proseguire l’attività extrascolastica.

Un peso economico importante che non tutti si possono permettere».


Che idea ha dell’estensione del passaporto anti Covid nei luoghi di lavoro?
«Chiariamo un punto. Io sono vaccinato, la Regione sotto questo profilo è da esempio, ma non possiamo nasconderci dietro un dito».


In che senso?
«Nel senso che con il Green pass così allargato alla fascia della popolazione si rende praticamente obbligatorio il vaccino, senza però farlo attraverso una legge. Non mi sembra corretto».


Lei è d’accordo alla profilassi obbligatoria contro il Covid?
«No, l’ho sempre detto. Credo nella volontarietà dell’azione vaccinale e parlo da governatore di una regione che ha raggiunto l’80% della profilassi come prima dose e dell’oltre 70% come seconda».


Il governo sostiene che il Green pass consentirà ai lavoratori di operare in ambienti sicuri senza rischiare in maniera esponenziale un contagio da coronavirus.
«È fondamentale la sicurezza nei luoghi di lavoro ma se è necessario ricorrere ad un obbligo vaccinale mascherato da Green pass, allora sarebbe più corretto trasformare la profilassi da volontaria ad obbligatoria».


Cosa è successo nelle Marche con l’introduzione del primo step del Green pass?
«Ci si attendeva una impennata nelle prenotazioni per i vaccini, doveva fungere più che altro da moral suasion. Nella nostra regione si è registrato un incremento più che altro dovuto alle persone che hanno anticipato la vaccinazione di qualche settimana. In sostanza hanno accelerato quello che era già un loro intendimento». 


E sui tamponi gratuiti?
«Penso sia giusto trovare una soluzione che rispetti il pensiero delle persone ma che non diventi una sorta di punizione per chi non si vaccina».

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