Ex carabiniere ucciso a colpi di pistola: tracce di polvere da sparo sulla moto dei coniugi accusati

Ex carabiniere ucciso a colpi di pistola: tracce di polvere da sparo sulla moto dei coniugi accusati
Ex carabiniere ucciso a colpi di pistola: tracce di polvere da sparo sulla moto dei coniugi accusati
di Luigi Miozzi
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Giovedì 5 Novembre 2020, 03:45

ASCOLI - Sono stati appena consegnati alla Procura di Ascoli i risultati degli accertamenti svolti dal Ris nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Antonio Cianfrone, l’ex vice comandante della stazione dei carabinieri di Monsampolo, freddato con quattro colpi di pistola la mattina dello scorso 3 giugno mentre stava facendo jogging sulla pista ciclabile di Pagliare.

Oltre al resoconto dell’attività di indagine svolta dagli esperti del Raggruppamento investigazioni scientifiche, sul tavolo del Pm Umberto Monti sono arrivati anche i risultati dell’autopsia eseguita sulla vittima e dei profili genetici che sono stati isolati.

Non è da escludere, pertanto, che con l’acquisizione di questi ultimi elementi, il procuratore Monti possa considerare conclusa l’indagine che ha portato all’arresto dei coniugi Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli, ritenuti i due che in sella ad una motocicletta hanno messo in atto l’agguato mortale nei confronti di Cianfrone. 
Le analisi
Ed è proprio sulla la moto usata il giorno dell’omicidio e ripresa da alcune telecamere di sorveglianza presenti nella zona che potrebbe rivelarsi determinante ai fini dell’accertamento delle responsabilità. Nei giorni successivi all’agguato i carabinieri del reparto investigativo del comando provinciale di Ascoli avevano sequestrato una motocicletta che era custodita nel garage dell’abitazione di Spagnulo e Angiulli molto simile a quella utilizzata nell’omicidio. Dalle analisi effettuate dai tecnici del reparto investigativo sarebbero emersi sulle manopole del manubrio residui di polvere da sparo, ovvero tracce di piombo, bario e antimonio che sarebbero state trasferite dai guanti di chi guidava la moto. Tracce di polvere da sparo che sarebbero state cercate anche sui caschi e sui vestiti sequestrati nel corso della perquisizione domiciliare effettuata subito dopo l’omicidio e che sarebbero compatibili con quelli indossati dalle due persone che, dopo aver ucciso Antonio Cianfrone, sono state catturate dalle telecamere mentre in sella ad una motocicletta nera fuggivano a velocità sostenuta facendo poi perdere le proprie tracce. 
Le conclusioni
Per gli inquirenti non ci sarebbero dubbi: quelle due persone erano Giuseppe Spagnulo e sua moglie Francesca Angiulli e per questo motivo nei confronti dei due, a pochi giorni dall’omicidio, fu emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere: Giuseppe Spagnulo è stato rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto mentre sua moglie Francesca Angiulli è reclusa nella sezione femminile della casa circondariale di Castrogno di Teramo.

Lo scorso mese di agosto, il gip di Ascoli, Annalisa Giusti, respinse la richiesta di concessione degli arresti domiciliari presentata dai difensori della coppia, gli avvocati ascolani Felice Franchi e Alessandro Angelozzi. Non è stata invece trovata la pistola di piccolo calibro che è stata utilizzata dal killer per uccidere Cianfrone. Nonostante le accurate ricerche che sono state effettuate in fase d’indagine anche con l’ausilio dei metal detector con i quali è stata scandagliata la zona nelle vicinanze della pista ciclabile di Pagliare e l’intervento dei sommozzatori che hanno perlustrato alcuni canali di irrigazione presenti nelle vicinanze, l’arma del delitto non è stata rinvenuta. 

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