Troppi prelievi, il Piceno
a rischio crisi idrica

Troppi prelievi, il Piceno a rischio crisi idrica
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Domenica 29 Marzo 2015, 19:54 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 05:38
ASCOLI -​ C'è il rischio di una crisi idrica all'orizzonte per il Piceno. Ed a causarla potrebbero essere gli eccessivi prelievi d'acqua attualmente registrati. E' questo il messaggio che trapela dal Piano regolatore degli acquedotti della Regione Marche che ora è finito anche al vaglio della Provincia per un parere previsto dalla normativa in materia.

Nel documento, tra l'altro, si fa esplicito riferimento, seppure in termini tecnici, all'incontrollata e progressiva crescita dei prelievi di acqua, per svariati usi, che per l'appunto rischia di mettere a repentaglio la disponibilità idrica al servizio del territorio. Un passaggio che, tra l'altro, si ritrova nell'ambito dello stesso parere espresso dal preposto ufficio provinciale nel quale, nella parte istruttoria si legge: "il Piano, pur non essendo direttamente connesso al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente ed alla gestione dei siti della Rete Natura 2000, evidenzia nella sua filosofia di fondo la necessità di un uso eco-compatibile della risorsa acqua per il quale è fondamentale la tutela quali-quantitativa della stessa e degli ecosistemi dalla quale essa dipende e quindi concorre in sinergia con i piani di gestione dei siti della Rete Natura 2000, al raggiungimento dello scopo della direttiva Habitat".

E poi si arriva al passaggio in cui si fa esplicito riferimento alla possibile crisi idrica laddove si legge che "il Piano regolatore degli acquedotti, nella sua impostazione di base, parte dall'assunto che alcune azioni sono già attive sul territorio e dalla loro individuazione discende una ponderazione delle più opportune misure di mitigazione, in particolare l'eccessiva pressione sulle componenti ambientali dei prelievi attuali per gli usi idropotabili è segnalata tra le attività che possono determinare alterazioni nella risorsa idrica più superficiale degli acquiferi alluvionali dei fondi valle, generando una crisi idrica alimentata dalla progressiva ed incontrollata crescita dei prelievi in alveo e sub-alveo, rimandando comunque ad una successiva definizione delle misure adeguate di mitigazione da attuare in risposta all'impatto atteso, grazie a specifici studi".

In parole povere, si dice chiaramente che si rischia di esagerare con gli attuali prelievi per l'uso civile di acqua (anche potabile), col forte rischio di arrivare a determinare, a fronte di un'ulteriore crescita di questi prelievi, una vera e propria crisi idrica per il territorio piceno. Un territorio che, del resto, non a caso già in passato si è trovato, in alcune circostanze, a dover fare i conti con l'emergenza acqua in determinati periodi dell'anno specie quando la piovosità era stata quasi irrilevante. Di contro, c'è anche la crescente necessità e programmazione di impianti di soccorso per la captazione dell'acqua per tamponare eventuali emergenze a livello acquedottistico come accaduto in passato, ad esempio, col caso Tallacano. In ogni caso, riguardo la Provincia ha espresso parere favorevole riguardo l'incidenza del Piano acquedottistico, ma inserendo alcune prescrizioni.
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