ANCONA Ha cresciuto intere generazioni di sportivi, portando per mano atleti che poi sono diventati campioni di fama internazionale. Con lui è nato il Palascherma di via Monte Pelago, dove per un periodo si è anche allenata la campionessa di fioretto Giovanna Trillini. Ha dato impulso alla disciplina, insegnando i valori del sacrificio e della lealtà, senza mai dimenticare il divertimento. Non è esagerato dire che è stato il papà della scherma anconetana. Quel mondo che ieri si è stretto nel dolore e nel cordoglio per la morte di Maurizio Pennazzi, per oltre quattro decenni presidente del Club Scherma Ancona. Aveva 84 anni e da tre mesi lottava contro la malattia. Per il ruolo che ha ricoperto nel Club, tutti erano soliti chiamarlo il “presidentissimo”. Instancabile simbolo di una società presa in mano a partire dal 1979 e cullata fino al luglio dello scorso anno, quando è passata sotto l’egida di suo figlio Marco, tutt’oggi presidente di un Club solido e che appassiona ragazzi e bambini. Negli anni Settanta è stato anche vice presidente dell’Anconitana.
Il riconoscimento
Per il suo impegno instancabile nel mondo dello sport, nel 2016 la Federscherma nazionale ha insignito Maurizio Pennazzi del Distintivo d’onore nel corso di una cerimonia a Roma in cui erano state premiate anche le campionesse Valentina Vezzali ed Elisa Di Francisca. «Ha visto intere generazioni di ragazzi crescere al Palascherma - ha ricordato ieri il figlio Marco -.
Il ricordo
«Mio papà - il ricordo del figlio Marco - è stato praticamente il creatore della scherma anconetana e con lui è nato il Palascherma di via Monte Pelago. Ai suoi atleti insegnava l’onestà, la lealtà e il divertimento che questo sport può dare». Sul Club guidato per oltre 40 anni: «Ha saputo creare attorno alla società una grande famiglia».
Lascia la moglie Irma e i figli (oltre a Marco) Michele e Monica. Oggi alle 11 la camera ardente alla casa funeraria Tabossi di via della Montagnola. Domani il funerale alle 16,30 al centro polifunzionale di Pietralacroce.