JESI - Lavori fermi, contratto in via di risoluzione con la ditta alla quale erano stati assegnati e una parte dell’impalcatura, che circondava ciò che sino ad ora è stato eretto della torre Erap, smantellata in via Tessitori. Dove, giovedì scorso, i residenti nell’area hanno notato la presenza dei carabinieri nell’area di cantiere, sul quale, da tempo, operai impegnati nella discussa costruzione del nuovo palazzone non se ne vedono.
Chi abita in zona si è allarmato, dato che, dopo la contrarietà alla realizzazione a suo tempo lungamente espressa da più d’uno, ora è il rischio incompiuta che si teme.
L’equivoco
«Le forze dell’ordine le abbiamo chiamate noi – spiega l’ingegner Maurizio Urbinati, segretario di Erap Marche a cui fa capo il progetto – dato che la ditta proprietaria dell’impalcatura, che è differente da quella che è stata l’aggiudicataria dell’appalto per la costruzione dell’immobile, pensava di poter procedere alla rimozione. Ma non è così, dato che siamo in fase di risoluzione con l’impresa a cui i lavori erano stati assegnati. E che dunque, fino a che non sarà stato accertato l’attuale stato di consistenza dell’avanzamento del progetto, sul cantiere non si può intervenire».
Se nessuna delle imprese in graduatoria dovesse dire sì, occorrerebbe indire un nuovo bando e una nuova gara d’appalto. «Abbiamo già convocato la ditta con la quale abbiamo rescisso il contratto – dice Urbinati – contiamo che prima di Pasqua si possa avere modo di stilare il verbale che attesti lo stato di consistenza dei lavori. Poi passeremo alla consultazione delle imprese: possiamo arrivare fino alla quinta classificata».
Via Tessitori
In via Tessitori Erap ha diritto e titolo a costruire sull’area che le fu ceduta per un milione di euro nel lontano 2002 dall’allora Stu, Società di trasformazione urbana creata all’epoca dal Comune di Jesi per la riqualificazione di tutta la zona, mai decollata. Messa in liquidazione la Stu, ne è rimasta unica eredità il progetto torre Erap, che gode anche di due milioni di euro di contributo regionale e contro il quale si era costituito un Coordinamento che ha dato battaglia – anche con un ricorso al Tar contro l’ultimo permesso edilizio - ma che non è riuscito a fermarlo. Previsto un nuovo palazzo di sette piani per trenta alloggi a edilizia agevolata in zona già densamente abitata.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout