«Pronto, sono il vescovo. Come state?». Le telefonate di Massara alle famiglie

Monsignor Francesco Massara
Monsignor Francesco Massara
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Domenica 12 Aprile 2020, 07:47

FABRIANO - E' una Pasqua diversa quella che si festeggia oggi. L’emergenza sanitaria rischia di oscurare l’alba della Risurrezione. L’amministratore apostolico della Diocesi, monsignor Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, ha scelto la strada della solidarietà e del telefono per stare vicino a clero e fedeli e per far risuonare l’annuncio dell’angelo al sepolcro: “Non abbiate paura!”. «Pronto, sono il vescovo. Ho chiamato per sapere come state». Le giornate del presule, in queste settimane, sono state scandite dalle tante chiamate che lui stesso ha fatto, in prima persona. 

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Un segno di affetto. «Chiamo – racconta mons. Massara - le famiglie che so che necessitano di aiuto. Passo molte ore al telefono. Adesso c’è grande bisogno di ascolto: basta un saluto per infondere coraggio in un momento difficile». E a tutti ripete: «Continueremo a starvi vicino anche quando l’emergenza sarà finita». Pasqua è sempre una delle solennità più sentita dai credenti e a loro l’arcivescovo si rivolge: «La crisi economica alimentata dal Covid-19 è peggio del terremoto del 2016: come chiesa dobbiamo dare segni concreti. La solidarietà – dice - si inserisce in quest’ottica. Non possiamo diventare egoisti e chiudere i nostri cuori. Dopo il Venerdì Santo c’è sempre la Risurrezione. In questo periodo – evidenzia ai fedeli - sosteniamoci, riscopriamo la bellezza della famiglia e dell’ascolto, valori che a volte abbiamo perso nella vita di tutti i giorni e restiamo uniti». 

Massara ricorda come «la Chiesa, in questo momento di crisi sanitaria e lavorativa, sia molto vicina ai poveri e alle famiglie che si vedono disorientate». Sul territorio della diocesi di Fabriano-Matelica, la Caritas, in collaborazione con il Cisom, Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, sta svolgendo una grande opera di solidarietà distribuendo buoni pasto, uova di Pasqua e pizze di formaggio. «È una iniziativa molto bella di vicinanza, di grande affetto a chi soffre e il nostro ringraziamento a chi sta lavorando». Le uova di Pasqua e le pizze di formaggio sono state consegnate ieri alle Comunità dei disabili, agli anziani delle case di riposo in tutta la Diocesi, ai bambini poveri, ai malati di Alzheimer (progetto SerenaMente), in tutti i reparti dell’ospedale Profili (anche quelli più nascosti, come mensa e lavanderia) e alla Comunità Papa Giovanni XXIII. Ben 30mila euro, frutto di alcune offerte di privati, monsignor Massara li ha già donati all’ospedale. A questi si aggiungono gli sterilizzatori che ha acquistato e donato a diversi enti, tanti buoni spesa per le famiglie che la Caritas ha provveduto a consegnare a nuclei in difficoltà e i dispositivi di protezione. 

E i bambini? La Diocesi ha dato spazio alla creatività con il concorso “CoronArt”, per gli studenti impegnati nell’arte di vincere questo brutto virus.

In tantissimi, 489 alunni, hanno già inviato i loro elaborati, disegni, poesie, musica o video. «Abbiamo prorogato il concorso fino al 13 aprile e ai ragazzi di scuola elementare e media si aggiungono quelli delle superiori. Sono arrivati elaborati anche da La Spezia, Lecce, Roma. Alla fine di questo tempo – anticipa - faremo un’esposizione di tutte le opere ricevute e inviteremo i ragazzi che hanno partecipato e le loro famiglie per un momento di festa e una Messa tutti insieme».

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