Mazzone, il ricordo della figlia di Costantino Rozzi: «Carletto, eri uno di famiglia. Che alchimia che c'era con mio padre»

Mazzone, il ricordo della figlia di Costantino Rozzi
Mazzone, il ricordo della figlia di Costantino Rozzi
di Mario Paci
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Domenica 20 Agosto 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 16:18

ASCOLI La morte di Carlo Mazzone è un tonfo al cuore anche per i figli di Costantino Rozzi. «Per noi è una brutta giornata - confessa Anna Maria Rozzi, figlia di Costantino - perchè Carletto, quando allenava l’Ascoli, era di famiglia in casa nostra. Era un omone ma con un cuore grande così. Nel rettangolo di gioco era aggressivo, testardo, ma nella vita privata una persona di un’educazione eccezionale che sapeva ascoltare. Quando veniva a casa nostra, lui e papà si appartavano e chiacchieravano a lungo fino a notte inoltrata. C’era una alchimia fra i due che si sono sempre rispettati nei rispettivi ruoli». Mazzone era riconoscente a Rozzi, non solo per avergli affidato la panchina ma anche per la garanzia economica, promettendogli un posto di lavoro nella sua impresa di costruzioni se i risultati in campo non fossero arrivati. Rozzi non era un presidente ingerente. «Coccia pelata, oggi s’ha da vince!» era l’unico monito nelle gare più delicate . E quando l’Ascoli vinceva, a fine partita il Presidentissimo veniva raggiante negli spogliatoi con un vassoio di olive fritte in una mano e nell’altra una bottiglia di vino. «Ero astemio, mi ha iniziato ai piaceri dell’alcol» ci confessò Mazzone.

 


I messaggi


Tanti i messaggi di cordoglio dal mondo dello sport. «Ho un ricordo piacevole di Carlo Mazzone, ha segnato da allenatore tutti gli anni ‘80 e ‘90.

Era protagonista di un calcio bucolico, romantico. Ero testimone della sua corsa al Rigamonti perché ero direttore sportivc dell’Atalanta, uno dei momenti più importanti che si ricorda di lui. Il personaggio è quello, molto carismatico» ricorda l’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta. «Mazzone? Me lo ricordo anche da giocatore dell’Ascoli, è stato forte soprattutto in panchina. Aveva una personalità fortissima, era una persona vera» afferma l’amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani. «La notizia della scomparsa di Mazzone mi rende profondamente triste, se ne è andato un maestro di calcio, un grande uomo» dice l’allenatore del Cagliari, Claudio Ranieri, allievo di Mazzone «Ci legano tanti bei ricordi: fu mio allenatore a Catanzaro, mi scelse come capitano. Puntiglioso nella preparazione della gara, non lasciava mai nulla al caso. E nella gestione dei rapporti con la squadra era sempre schietto, diretto, sincero.


La perdita


«Con Carlo Mazzone se ne va un uomo che ha fatto grande la città di Ascoli, contribuendo a far diventare l’Ascoli calcio la regina delle Marche. Per sempre sarà un grande cittadino di Ascoli» ,lo ricorda il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti. «Ci lascia un grande uomo, un grande padre, un grande marito - prosegue -. Se ne va una bandiera dell’Ascoli calcio, una società che insieme all’indimenticabile Presidentissimo Costantino Rozzi ha portato per la prima volta in serie A nel 1974 facendone la regina del calcio marchigiano».

«Se ne è andato Carletto Mazzone, figura simbolo di un calcio fatto di passione, autenticità e attaccamento- scrive il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli sui social- Romano di nascita ma sicuramente molto legato alla nostra regione e ad Ascoli, dove aveva scelto di vivere. Lo ricordiamo oggi e lo ricorderemo sempre con gratitudine, stima e simpatia». «La scomparsa di Carlo Mazzone priva il calcio italiano di un autentico simbolo e il Piceno di una figura che, ben oltre i campanili, abbiamo tutti amato, Ascoli era diventata la sua città ma amava San Benedetto (dove aveva una casa, ndr) dove era altrettanto stimato e benvoluto» lo ricorda Antonio Spazzafumo, sindaco di San Benedetto.

«Se ne va un’icona della storia bianconera, un allenatore d’altri tempi, un uomo straordinario che ha fatto della schiettezza, dell’umanità e della semplicità le sue caratteristiche principali. Simbolo e mito del calcio ascolano e italiano resterà per sempre negli annali del calcio» è il pensiero di Massimo Pulcinelli, patron dell’Ascoli.

 

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