Ancona, la peggior partenza degli ultimi tre anni: fischi dopo la sconfitta con la Juventus Next Gen, 4 punti in 5 giornate

Ancona, la peggior partenza degli ultimi tre anni: 4 punti in 5 giornate
Ancona, la peggior partenza degli ultimi tre anni: 4 punti in 5 giornate
di Peppe Gallozzi
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Lunedì 25 Settembre 2023, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 08:40

ANCONA I fischi della Curva Nord piovuti all’indirizzo calciatori dorici alla fine di Ancona-Juventus Next Gen, terminata 1-2, sono il sunto esatto della peggior partenza degli ultimi tre anni. E sono i numeri a dirlo. Allo stato attuale, la formazione guidata da Marco Donadel ha totalizzato 4 punti su 15 disponibili frutto di un pareggio (contro l’Entella in piena crisi di identità e risultati) e una vittoria (risicata, in casa, contro il Pineto). Per il resto tre sconfitte, di cui due tra le mura amiche (Ancona-Gubbio 1-2 e Ancona-Juve 1-2) con annessa figuraccia a Cesena (4-0) dinanzi a mille sostenitori presenti nel settore ospiti del Manuzzi di martedì sera. 

 


Confronto con il passato


Dati che stonano con il passato e che confermano, almeno per ora, l’evidente calo degli standard complessivi sul campo. Nella scorsa stagione, con Gianluca Colavitto al timone (ancora sotto contratto con il club dopo l’esonero dello scorso aprile, ndr), dopo cinque turni il Cavaliere armato aveva incamerato 8 punti, il doppio rispetto agli odierni: due pareggi (1-1 con il Siena, 2-2 a Pontedera), due vittorie (2-0 con il Fiorenzuola e 0-3 a Pesaro) e una sconfitta (0-1 con il Gubbio). Addirittura due stagioni fa sempre con Colavitto, con una squadra praticamente esordiente per la categoria, il bottino fu quasi triplicato con 10 punti in saccoccia: un pari con il Grosseto (0-0), un ko nell’esordio a Pescara (2-1 allo scadere) e tre imposizioni interne contro Olbia (2-1), Pontedera (2-0) e Lucchese (3-1). 


Confusione e amnesie 


Un aspetto lampante che salta agli occhi è la confusione, in termini di sistema di gioco, che l’Ancona ha evidenziato in queste prime uscite.

Donadel ha alternato, anche all’interno di una stessa partita, vari moduli come il 3-5-2, il 3-4-2-1, il 3-4-1-2 e il 4-3-3. Sabato prima dell’infortunio di Gatto (dopo dieci minuti), i biancorossi si erano disposti perfino con un inedito 3-4-3 fondato sui centimetri di Kristoffersen come terminale offensivo e su Spagnoli spostato, a sorpresa, sulla sinistra. L’impegno, a onor di cronaca, non è venuto meno: sarebbe ingiusto dire il contrario. Resta il fatto che, con almeno quattro occasioni nitide costruite nella ripresa (Peli, Paolucci, Kristoffersen e soprattutto Energe nel finale), non riuscire a segnare è abbastanza indicativo. Al netto di un paio di interventi da campione dell’estremo piemontese Daffara. Il tutto, aggiungendo le gravi amnesie difensive di Cella e, in particolare, Dutu da cui è scaturito il contropiede dell’1-2.


Spagnoli unica nota lieta


La nota lieta da cui ripartire, senza dubbio, è rappresentata dall’apporto di Alberto Spagnoli. Il centravanti, oltre alla rete (la seconda in questo avvio), ha confermato un invidiabile stato di forma - unito al solito spirito di sacrificio - purtroppo in controtendenza con il contesto generale. Infine una riflessione, nell’economia del centrocampo fino ad ora hanno trovato spazio quasi tutti gli effettivi. Anche elementi apparsi ancora indietro di condizione o, comunque, non al top (vedi Nador o Coli Saco). Perchè un giocatore come Gavioli, arrivato dalla Reggina nelle battute conclusive di mercato, con alle spalle un passato importante di C e una cantera prestigiosa come l’Inter non è stato ancora chiamato in causa? La gara di Olbia, in programma domenica alle 14, potrà dare risposte anche in questo senso. Aspettando il durissimo ottobre dove, oltre ai derby contro Vis Pesaro e Fermana, l’Ancona sarà attesa dagli incroci tutt’altro che mansueti contro Carrarese, Rimini e Arezzo. Senza dimenticare la Coppa Italia. 
 

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