Una straordinaria Bonaiuto in “Giusto la fine del mondo”: «Parla di una famiglia, dove il “non detto” e le recriminazioni sono protagoniste»

Anna Bonaiuto in una scena dello spettacolo “Giusto la fine del mondo”
Anna Bonaiuto in una scena dello spettacolo “Giusto la fine del mondo”
di Elisabetta Marsigli
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Domenica 13 Febbraio 2022, 09:53

PESARO - Il trionfo dell’incomunicabilità incastonato in una messinscena commovente e superba: “Giusto la fine del mondo” inaugura, da martedì 15 a domenica 20 febbraio ( feriali ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17. Info: 0721387548), la stagione di prosa dello Sperimentale di Pesaro. 

I flussi emotivi
Un testo, di Jean-Luc Lagarce nella traduzione di Franco Quadri, dalla poetica dirompente, interpretato da una straordinaria Anna Bonaiuto, e costruito su lunghi flussi emotivi in cui ogni personaggio grida la propria insoddisfazione e frustrazione.

«Parla di una famiglia, dove il “non detto”, le recriminazioni, le rimozioni, sono protagoniste. - racconta la Bonaiuto - D’altronde il teatro parla dell’essere umano, è la sua essenza, e sento che il pubblico partecipa molto intensamente. L’autore, ha uno stile molto ritmato molto moderno: lo stile stesso sembra raccontare le ossessioni di ognuno di noi». La storia di un figlio che torna, dopo anni di assenza, per dire una cosa importante, «ma dopo questa giornata passata in famiglia, se ne andrà via senza aver detto nulla, perché ognuno parla di sé e, invece di ascoltare, ognuno ha il suo modo di non voler vedere». É nota la predisposizione dell’attrice per i “classici”, ma in questo caso si tratta di un testo contemporaneo: «Classico oggi è anche un testo che ha 10 o 20 anni, ma è ancora potente. Classico oggi è Pinter, Bernhard, Beckett, chiunque lasci un segno nella storia. Gli altri spariscono da soli, mente quelli che sono scritti ora, ma hanno un approccio profondo con l’esistenza sono destinati a rimanere dei classici, come questo di Lagarce».

Attrice intensa, la Bonaiuto è capace di attraversare cinema e teatro con un suo personale approccio all’interpretazione: «Diciamo che per una buona interpretazione serve un grande testo, un grande regista e una compagnia di grandi attori. Il teatro nn si fa da soli: il teatro è fatto di ascolto e risposta. Di solito tengo molto presenti le mie prime impressioni della lettura del testo, ciò che mi viene istintivamente. Poi certo può essere modificato dal regista in qualche sfumatura, ma la prima impressione è sempre carica di sensibilità emotiva e difficilmente me ne distacco». C’è però un personaggio che avrebbe voluto interpretare, «Uno che mi è mancato è Cleopatra e ora purtroppo, per via dell’età (scherza), rimane un sogno impossibile, ma mettere in scena Shakespeare non è mai semplice». Ma anche il teatro le è mancato, come è mancato al pubblico in questa lunga assenza dovuta alla pandemia e sottolinea che «ora il pubblico non è vero che vuole solo divertirsi: nella sofferenza si è più ricettivi, come nella vita. Non è solo necessario andare a teatro per “evadere”, vanno bene anche le cose “toste”: noi sentiamo una grande empatia con il pubblico. Anche se io, non sembra forse, ma adoro essere un’attrice comica…Peccato siano pochi i ruoli comici femminili». 


La mini serie
Intanto, nell’attesa di vederla su Sky nel ruolo di pubblico ministero nella serie “Il re”, accanto a Luca Zingaretti, la Bonaiuto si prepara a girare una serie tv in cui darà sfogo alla sua verve comica accanto a Lillo e Greg.

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