Saipem, sciopero contro la vendita
I parlamentari: "Intervenga lo Stato"

Saipem, sciopero contro la vendita I parlamentari: "Intervenga lo Stato"
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Lunedì 10 Novembre 2014, 20:07 - Ultimo aggiornamento: 20:23
FANO - Sciopero in vista per scongiurare la vendita di Saipem da parte di Eni. Mentre i parlamentari del territorio chiedono l'intervento dello Stato nella vertenza per salvaguardare il valore strategico dell'azienda, che costituisce un'eccellenza italiana nel mondo nel settore dell'ingegneristica e occupa nello stabilimento fanese più di 1.200 dipendenti.



Questi sono i propositi espressi nel corso del vertice, svoltosi oggi nel Municipio di Fano, da parte di una delegazione dei lavoratori e dei parlamentari Lara Ricciatti, Andrea Cecconi e Camilla Fabbri. Si profilano iniziative condivise in tutte le sedi Saipem per arrivare alla convocazione di un’assemblea generale e anche alla proclamazione di una fermata del lavoro nelle prossime settimane per cercare di mutare la strategia di Eni che intende porre sul mercato l'azienda.



“È necessario un intervento diretto dello Stato per il salvataggio di Saipem che costituisce un valore aggiunto per l'economia nazionale in termini di innovazione" hanno dichiarato i parlamentari presenti all'incontro convocato dal sindaco, alla presenza dei capigruppo consiliari. Fabbri, Cecconi e Ricciatti si sono impegnati a chiedere un'audizione in Parlamento del ministro dell'Economia Padoan.



Il sindaco Seri, dal canto suo, si è dichiarato pronto a promuovere una strategia comune con i sindaci degli altri territori in cui la società ha sedi operative. La priorità espressa da tutti è quella di evitare lo "spezzatino" dell'azienda, cioè la vendita frammentata dei vari rami della società.



Sulla vicenda interviene anche il capogruppo regionale di Ncd, Mirco Carloni, che segnala come, acclarata la volontà di Eni di cedere il pacchetto azionario di controllo di Saipem, l'opzione strategica sia quella di un'acquisizione da parte di Cassa Depositi e Prestiti che mantenendo l'unità operativa dell'azienda le darebbe solidità finanziaria e garantirebbe una riorganizzazione gestionale per recuperare i 5 miliardi di perdite dell'ultimo esercizio.



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