Maxi discarica, la protesta dei sindaci Fabbrizioli e Petrucci: «Mms deve consegnarci la delibera, lo dicono le sentenze»

Maxi discarica, la protesta dei sindaci Fabbrizioli e Petrucci: «Mms deve consegnarci la delibera, lo dicono le sentenze». Nella foto la sede di Marche Multiservizi e, nei riquadri, da sinistra Fabbrizioli e Petrucci
Maxi discarica, la protesta dei sindaci Fabbrizioli e Petrucci: «Mms deve consegnarci la delibera, lo dicono le sentenze». Nella foto la sede di Marche Multiservizi e, nei riquadri, da sinistra Fabbrizioli e Petrucci
di Lorenzo Furlani
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Lunedì 24 Luglio 2023, 19:40 - Ultimo aggiornamento: 19:41

PESARO - «Quegli atti l’azienda ce li deve consegnare, il diniego della delibera per l’acquisizione di Aurora è contraddetto da diverse sentenze». È questa l’argomentazione dei sindaci che rivendicano il diritto di accedere alla documentazione amministrativa e finanziaria relativa alla maxi discarica di Riceci, ai quali l’avvocato di Marche Multiservizi Gianluca Bucci ha opposto un rifiuto.

Due iniziative analoghe sono state promosse dal sindaco di Petriano Davide Fabbrizioli e dal suo collega di Mombaroccio Emanuele Petrucci.

Il rifiuto dell'avvocato

La criticità più evidente dell’operazione compiuta da Marche Multiservizi su Riceci - criticità che precede il progetto della discarica ma che da questa vicenda è clamorosamente dimostrata - è proprio la prassi aziendale di procedere con operazioni strategiche di grande impatto ambientale e sociale senza alcuna concertazione e totalmente all’insaputa dei sindaci del territorio (salvo Gambini di Urbino che ha affermato in questo caso di esserne venuto a conoscenza nell’estate 2022).

Pubblica la maggioranza delle azioni

Per quanto si tratti di una società di diritto privato del gruppo Hera, multiutility quotata in borsa, Marche Multiservizi è pur sempre un’azienda a partecipazione pubblica maggioritaria degli enti locali, alla quale sono affidati servizi di pubblica utilità.

La scelta di indirizzare la gestione verso la costruzione e l’esercizio di un gigantesco impianto per rifiuti speciali di 5 milioni di metri cubi che impegnerebbe l’azienda per 75 anni (25 di esercizio della discarica e 50 di gestione post mortem) è stata formalmente elaborata in un paio di mesi dall’amministratore delegato insieme a uno staff di dirigenti e consulenti ed è stata approvata dal consiglio di amministrazione dopo un’illustrazione e una discussione durate poco più di un’ora. Per la precisione, 75 anni pianificati in modo vincolante in 100 minuti.

L’indirizzo intrapreso per fermare l’operazione dal sindaco di Pesaro, a cui si sono accodati tutti gli altri sindaci, si fonda sulla distinzione tra programmazione, rivendicata dalla parte pubblica, e gestione dell’azienda, affidata al partner industriale di cui l’ad Tiviroli è espressione. La premessa è che Matteo Ricci, rappresentante del principale socio pubblico, non ne sapeva niente.

Dati negati anche a Petriano

Una distorsione conclamata della governance - anche al di là delle norme su cui si fonda - è la blindatura dei contenuti della delibera del cda pure nei confronti del sindaco del Comune di Petriano, la cui bellissima piccola valle di Riceci Marche Multiservizi vorrebbe devastare interrandoci rifiuti produttivi provenienti anche dai territori limitrofi di altre regioni. I contenuti dell’accordo stipulato con l’azienda Ecoservizi di San Marino per acquisire al prezzo di 25 milioni di euro (comprensivo di un aumento di capitale di 600.000 euro) la società della discarica sono rimasti riservati per oltre 7 mesi, mentre montavano la protesta popolare e il dibattito politico, e sono diventati pubblici solamente attraverso l’inchiesta del Corriere Adriatico fondata su documenti acquisiti da fonti pubbliche e fonti fiduciarie.

Le istanze rinnovate

Il sindaco di Petriano, Fabbrizioli, dopo un primo diniego, è tornato a chiedere il verbale del consiglio di amministrazione del 12 dicembre scorso in cui è stata deliberata l’operazione di Aurora, indicando alcun sentenze aa favore della richietsa.

Il sindaco di Mombaroccio ha inviato una missiva all’avvocato Bucci contestandogli con norme e giurisprudenza il rifiuto. «Innanzitutto ritengo significativamente irrituale - afferma Petrucci - che Mms affidi al proprio legale la risposta a un sindaco nonché socio che chiede l’accesso agli atti. Poi ho confutato il diniego espresso in base all’articolo 2422 del codice civile, che limiterebbe il diritto di ispezione del socio solo al libro dei soci ed al libro delle assemblee. Laddove c’è denaro pubblico vale il rispetto del pubblico interesse».

Al di là del fatto che le notizie più rilevanti sulla delibera di Mms sono state pubblicate, la questione di evidente rilievo pubblico resta aperta.

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