ANCONA - «Le Marche sono una regione molto sensibile alla donazione di sangue: negli ultimi anni non solo è stata sempre garantita l’autosufficienza, ma siamo anche riusciti ad aiutare regioni in difficoltà». Lo sottolinea l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. Ed effettivamente siamo ben al di sopra della soglia di raccolta per garantire l’autosufficienza: «Abbiamo raggiunto 50,8 unità per 1000 abitanti nel 2022 (nel 2021, 51 unità/1000 abitanti) quando la soglia è individuata in 40 unità per 1000 abitanti».
La regione è anche al secondo posto in Italia per la quantità di plasma inviato per la trasformazione in farmaci plasmaderivati e si mantiene le Regioni Benchmark che hanno registrato i più elevati indici di produzione di globuli rossi e di conferimento plasma.
Donazioni di sangue, le Marche autosufficienti aiutano anche altre regioni
«Tutto ciò nonostante si sia dovuta affrontare, come nel resto d’Italia, la carenza del personale sanitario, soprattutto medico, operante nei Servizi trasfusionali e ancora di più nelle Unità di Raccolta gestite dall'Associazione di volontariato del sangue, che ha costretto a rivedere l'organizzazione e la programmazione della raccolta», spiega Saltamartini.
Il sistema trasfusionale della Regione Marche è una vera e propria rete, con modello hub and spoke e aree territoriali che hanno permesso di realizzare l'autosufficienza, la sicurezza dei donatori e dei pazienti, ed equità del trattamento. C’è inoltre una sinergia totale e unica tra la componente sanitaria e quella associativa dell’Avis, che raccoglie la quasi totalità delle donazioni, oltre che con la Fratres.
Come funziona la rete di raccolta
E’ stato organizzato un monitoraggio periodico e sistematico della raccolta e dei consumi e sono stati adottati metodi e strumenti innovativi e più efficaci per garantire l'appropriatezza della gestione della risorsa sangue, come ribadito da Giovanna Salvoni, Responsabile del Centro Regionale Sangue.
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