Caro Governatore, chiudere subito Pesaro per salvare le Marche

Francesco Acquaroli
Francesco Acquaroli
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 8 Maggio 2021, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 08:40

Caro Governatore,
il vantaggio di chi affronta un’epidemia è che i fenomeni, nel succedersi delle ondate, si ripetono. E così osservando la curva dei contagi nella provincia di Pesaro (ieri arrivata a 140 casi settimanali ogni 100mila abitanti, due volte e mezzo Ancona) sembra di rivedere, in scala ridotta, il trend seguito da Ancona da metà gennaio a inizio marzo.

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La curva del capoluogo si era disaccoppiata dalle altre quattro per trasformarsi in una locomotiva capace di trascinare le Marche prima in zona arancione, da inizio marzo, e a metà mese in zona rossa.

Le misure da Lei tentate allora per spegnere l’incendio nell’Anconetano - confini chiusi ma con misure da zona gialla, poi zona arancione per 5 giorni nei 20 comuni con più contagi - si erano rivelate inefficaci, tanto che a inizio marzo Ancona era la seconda provincia più infetta d’Italia e sempre Lei fu costretto a dichiararla zona rossa, troppo tardi per scongiurare che l’intera regione finisse due settimane dopo in lockdown. Adesso, caro Acquaroli, dopo aver messo in zona rossa per 4 giorni 4 comuni del Pesarese, allentando e stringendo poi le microzone in base ai contagi, non pensa sia inutile ripercorrere la stessa strada delle frenatine che a marzo hanno portato le Marche in lockdown? Non sarebbe il caso di frenare con più decisione, con una zona rossa o arancio rinforzato più estesa che a pochi comuni, chiedendo sacrifici ora a una provincia per provare a salvare in giallo le altre quattro? L’incendio sarebbe sedato sul nascere, anziché aspettare che divampi come ad Ancona a febbraio, e anche Pesaro tornerebbe prima, e con meno danni per la salute e l’economia, alla normalità. Detto senza presunzione e nel rispetto dei ruoli: accetti i nostri consigli. O i marchigiani sapranno di chi è la colpa del prossimo incendio.

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