Per gli autobus del futuro green previsti 157 milioni in dieci anni. Acquaroli: «Investimenti per rigenerare il parco mezzi»

Per gli autobus del futuro green previsti 157 milioni in dieci anni. Acquaroli: «Investimenti per rigenerare il parco mezzi»
Per gli autobus del futuro green previsti 157 milioni in dieci anni. Acquaroli: «Investimenti per rigenerare il parco mezzi»
di Maria Cristina Benedetti
4 Minuti di Lettura
Martedì 9 Aprile 2024, 01:00 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 07:27

ANCONA Viaggiare con “Marta”, la sintesi di Marche Trasporti App, per spostarsi facile, e in modo sostenibile. Francesco Acquaroli sale a bordo di un autobus chiamato futuro, rigorosamente a metano, parcheggiato in tutto il suo splendore di fronte a Palazzo Raffaello.

«La bigliettazione unica - aggancia l’ultima di cronaca - è un punto di partenza fondamentale per semplificare la vita dei cittadini». Una volta montato sul torpedone, griffato Conerobus, il governatore si fa largo tra le due file di poltrone di velluto blu, nuove di zecca. Il sole caldo e accecante di mezzogiorno riscalda il proscenio del trasporto pubblico locale che, dopo la spallata del Covid, chiede strada e nuovi viaggiatori. I titoli di coda sono l'inizio di un’altra storia. Che fa rumore: allentare la morsa delle lamiere delle auto, del traffico, dello smog. Decongestionare. 


Le cifre

Ricompone la trama, Acquaroli: «Sono previsti importanti investimenti per rigenerare il parco mezzi, per la sicurezza e l’immagine del territorio».

Srotolato il manifesto delle ambizioni, seguono le cifre della messa in pratica: 157 milioni da utilizzare da qui al 2033 nel segno della transizione ecologica. I dettagli del caso: nel 2022 è stato varato un piano la cui linfa è rappresentata da quattro misure nazionali e una quinta locale, a valere sul Por, il Programma operativo regionale, che ha disposto 17 milioni per i rotabili e 5 per le infrastrutture di ricarica elettrica. Non transige, il presidente.

«È una scelta necessaria e non più prorogabile, perché è fondamentale un servizio efficiente». Un viavai quotidiano garantito da una flotta su gomma da 1.200 mezzi che, con l'impegno di un migliaia di addetti, copre da nord a sud 40 milioni di chilometri l'anno, dei quali 11,5 milioni nelle vie urbane e 28,5 milioni in quelle extra. Il costo per assicurare gli spostamenti, democratici e di massa, è di 182 milioni nei dodici mesi ed è coperto per un terzo dai ricavi della vendita dei titoli di viaggio. Procedendo di scorporo, in quella mega-cifra le principali voci sono così ripartite: gestione diretta d’un contratto ferroviario con Trenitalia, 2019-2033, per 4,4 milioni di chilometri e 41 milioni di euro più Iva; quella dei cinque accordi extraurbani e quella indiretta, tramite i Comuni, dei 31 urbani per 66,6 milioni; 11 milioni di contributo obbligatorio al rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri; 4,5 milioni come rimborso per titoli agevolati alle categorie deboli; i ricavi della vendita di abbonamenti e biglietti, per 60 milioni. 

Le aree

Il corollario geografico. I traffici sono organizzati in cinque bacini provinciali, curati da altrettante società consortili, con alcune eccezioni tra Macerata e dintorni: Atma di Ancona; Adriabus di Pesaro e Urbino; Trasfer, di Fermo; Contram, della città dello Sferisterio; Start Plus, di Ascoli. Per coprire ogni angolo di Marche, le singole ditte partecipanti a quei cartelli sono 35 in tutto. 

I fondi 

Guarda oltre i vetri oscurati di quell'autobus chiamato futuro, il governatore. Non frena davanti all’amarezza: «Continueremo a investire seppure i trasferimenti statali ci penalizzano: siamo l’ultima regione in Italia per rapporto tra fondi e popolazione». Il suo monito: «È un nesso che dovrebbe essere armonizzato. Insieme all’assessore Brandoni e al governo, stiamo cercando di lavorarci su, in Conferenza dei servizi: speriamo in una finestra che consenta un riequilibrio». Sono i numeri a dare lo spessore di un disagio, storico: il Fondo nazionale trasporti alimenta il settore marchigiano con circa 108/109 milioni all’anno. Dalla sua costituzione, nel 2012, confina questa terra all’ultimo posto con una forte differenza con tutte le altre. Prendendo a esempio l’indicatore del trasferimento pro capite, le Marche ricevono circa 71 euro, contro una media di 105 euro. Zone più fortunate, e demograficamente simili, arrivano anche a 130-140 euro per abitante. Il presidente giunge all’epilogo: «L’entroterra soffre, il cratere sismico è oggetto di spopolamento. Per rilanciare il territorio è importante renderlo accessibile, adottando quante più strategie possibili». Sì viaggiare, con “Marta” .

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