ANCONA - Il giorno più lungo. Il D-Day di Palazzo Raffaello si è consumato ieri in una riunione fiume del gruppo regionale di Fratelli d’Italia che il governatore Francesco Acquaroli ha convocato per rimettere a fuoco una situazione - quella della formazione della giunta - andata in pochi giorni fuori controllo. Ma la montagna ha partorito il proverbiale topolino. Nonostante le quattro ore di confronto, non si è usciti con una decisione definitiva sulle sorti di Carlo Ciccioli, sempre più in bilico nel suo futuro ruolo di assessore. Complice dello stallo la mancanza di un Piano B definito che garantisca al capoluogo regionale un rappresentante alternativo. Ma procediamo con ordine. Dopo le dichiarazioni fatte martedì in Consiglio regionale sulle vittime dell’alluvione del 15 settembre («erano nel posto sbagliato al momento sbagliato»), il capogruppo regionale di FdI è finito nel mirino e il presidente Acquaroli si è trovato a dover gestire una patata bollente non da poco.
La patata bollente
Impossibile derubricare a scivolone un’uscita che è balzata anche agli onori della cronaca nazionale e farlo entrare nella squadra di governo come se niente fosse.
La domanda
«Se non Ciccioli, chi?», la domanda che è sorta spontanea tra le fila del gruppo. Ma non essendoci ancora una altro nome certo sul tavolo - dati i tempi decisamente rapidi con cui la cosa è degenerata, è difficile trovare un’alternativa prêt-à-porter - non è stato possibile dare una risposta. Di qui l’impasse. In ogni caso, la partita della formazione della nuova giunta dovrebbe chiudersi lunedì e per quella data Acquaroli dovrà prendere una decisione e comunicare scelte e nome. Già nelle prossime ore sono previsti altri incontri del gruppo per sciogliere un nodo sempre più intrecciato. Dal confronto pressoché inconcludente, si è usciti con quest’unica certezza: il nuovo assessore deve essere di Ancona e di Fratelli d’Italia. Una mossa che guarda anche alle elezioni Amministrative del prossimo anno nel capoluogo. Così sarebbe strategicamente più semplice gestire la partita.
L’ipotesi
Prendendo questo identikit e calandolo sui papabili successori di Castelli, il nome che si avvicina di più è quello del consigliere regionale Marco Ausili. Nome che ieri è iniziato a circolare con insistenza. Insegnante di Lettere, 34 anni, è stato il secondo più votato alle Regionali nella provincia di Ancona tra i candidati di FdI, arrivando dietro solo a Ciccioli. Dal 2018 è anche consigliere comunale ad Ancona, eletto con la Lega ma poi passato al partito di Giorgia Meloni. Sconta però la scarsa esperienza, soprattutto riguardo alla macchina regionale. Se il passo indietro di Ciccioli si concretizzasse e non si riuscisse a trovare una valida alternativa, c’è in piedi anche l’ipotesi di un tecnico a cui affidare le deleghe al Bilancio ed al Personale. Tra le opzioni, anche la dirigente regionale proprio al Bilancio Maria Di Bonaventura. La donna dei conti della Regione ha dalla sua la lunga esperienza proprio in quelle deleghe, ma sarebbe una scelta che cozza con la logica di voler rafforzare la posizione di FdI sul capoluogo regionale. Un altro nome circolato è quello di Giacomo Bugaro, molto legato al presidente Acquaroli e già suo consulente (gratuito) proprio sui rapporti con il Capoluogo. Benché sconti il suo pedigree politico, venendo da Forza Italia. Il diretto interessato ieri si è detto «impegnato in un delicato ruolo esecutivo presso la Imesa Spa». Poche ore ancora per capire come si definirà il puzzle.