Regione, stallo sulla nuova giunta. Dopo il caso Ciccioli si valuta un tecnico come assessore

Regione, stallo sulla nuova giunta. Dopo il caso Ciccioli si valuta un tecnico come assessore
​Regione, stallo sulla nuova giunta. Dopo il caso Ciccioli si valuta un tecnico come assessore
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Domenica 16 Ottobre 2022, 05:05

ANCONA - La solitudine dei numeri primi. In questo caso, del numero uno della Regione Francesco Acquaroli, che nelle prossime ore dovrà prendere una decisione definitiva sul nuovo corso della sua giunta, rivista e corretta dopo le fuoriuscite verso il Parlamento. L’impasse che si è venuto a creare dopo l’affaire Ciccioli è il segno evidente di quanto complesso sia riuscire a sciogliere una matassa sempre più aggrovigliata. Quelle parole pronunciate dal capogruppo di Fratelli d’Italia martedì in Consiglio regionale sulle vittime dell’alluvione del 15 settembre («erano nel posto sbagliato al momento sbagliato») hanno avuto un’eco troppo forte per essere derubricate a scivolone. 


Il piano B che manca


Il governatore lo sa e vorrebbe sfilarlo dalla triade dei nuovi assessori che prenderanno il posto dei neo parlamentari Giorgia Latini, Mirco Carloni e Guido Castelli, ma non si è ancora concretizzato un reale piano B alternativo a Ciccioli.

E questo rende tutto più macchinoso. Ai suoi Acquaroli avrebbe confidato di avere in mente un nome della società civile del capoluogo dorico, ma prima di comunicarlo avrebbe voluto sondare meglio l’eventuale disponibilità. Nelle ultime ore si è confrontato con tutti, per essere certo di prendere una decisione il più condivisa possibile. Una scelta che gli eviti levate di scudi interne. Come potrebbe accadere con il partito di Ancona se la figura che dovesse sostituire Ciccioli non fosse comunque espressione del capoluogo. Di qui il lavoro di diplomazia portato avanti con tutti i livelli del gruppo. Ma alla fine è ad Acquaroli e solo a lui che sta la decisione finale, cosa che lo pone in una posizione molto delicata. La solitudine dei numeri primi, appunto.

Dal canto suo, Ciccioli ha anche cercato di facilitargli il compito rimettendosi alle scelte sue e del partito, giurando che non metterebbe «in alcun modo in difficoltà il governo della Regione». I titoli di coda sembravano ormai prossimi. Ed invece si prende ancora tempo, sperando di riuscire a chiudere la partita domani tirando fuori dal cilindro il nome giusto per uscire dalle sabbie mobili. Intanto la Lega - che ha già indicato nei consiglieri regionali Chiara Biondi e Andrea Antonini quali successori di Latini e Carloni - resta a guardare, non senza fastidio, gli alleati che annaspano, in attesa che FdI trovi una soluzione.

E quella giunta che Acquaroli voleva formare subito dopo le elezioni del 25 settembre si allontana dal traguardo. Quasi a voler ostentare compattezza - che in realtà ha perso smalto negli ultimi giorni - il gruppo regionale di FdI ha preso ieri (e solo ieri) le difese di Ciccioli contro gli attacchi del Pd, pur mettendo subito «in chiaro che non avremmo mai usato quelle frasi che ci hanno lasciato fin da subito perplessi», rimarcando di non averle condivise. «Oggi Ciccioli viene duramente condannato, ma non abbiamo visto lo stesso spirito di critica e autocritica nei confronti di chi, in 40 anni, non è riuscito a cantierare neanche una delle opere necessarie a mitigare il rischio sui fiumi Misa e Nevola». 

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