Anche un comitato contro il metanodotto che arriva a soli 25 metri dalle case: «Addio allo sviluppo urbanistico»

Anche un comitato contro il metanodotto che arriva a solio 25 metri dalle case: «Addio allo sviluppo urbanistico»
Anche un comitato contro il metanodotto che arriva a solio 25 metri dalle case: «Addio allo sviluppo urbanistico»
di Sonia Amaolo
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Venerdì 22 Gennaio 2021, 03:05

PORTO SANT’ELPIDIO  - Il metanodotto Ravenna-Chieti attraversa la Corva e Cretarola a Porto Sant’Elpidio, la rete si sposta per essere più efficiente in qualche tratto finisce troppo vicino alle case. I proprietari si preoccupano e preparano il comitato per farsi sentire alla Snam, società di infrastrutture energetiche per lo stoccaggio e la rigassificazione del metano. Tra 7/8 mesi arriveranno le ruspe della Snam Rete Gas Spa a Porto Sant’Elpidio per la nuova linea. La pressione del gas metano è 75 bar, dunque elevatissima.

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Il passaggio del metanodotto, che rientra nel tracciato Recanati-San Benedetto, prevede la posa di tubi del diametro di un metro e un attraversamento per il passaggio di gas metano.

Il terreno sul quale passa l’infrastruttura diventa inedificabile e, dove passano i tubi a un metro di profondità, l’area viene espropriata, per consentire il passaggio della servitù. «E’ come mettere una pietra tombale su qualsiasi ipotesi di sviluppo urbanistico - spiegano le famiglie che scrivono al giornale per lamentarsi - e non parliamo del terremoto. La nostra è una Regione a rischio sismico e immaginiamo i danni gravi per l’ambiente che si verrebbero a creare in caso di eventuali rotture». 


Il metanodotto passa per via Pescolla, via Corvese, attraversa il fosso dell’Albero, dalla Corva a Cretarola. È una zona scampagnata ma in qualche tratto la linea arriva a 25 metri dalle case. «Io e i miei vicini siamo danneggiati da questa rete che si avvicina di molto alle nostre abitazioni rispetto a prima, quando passava in aperta campagna - fa sapere un residente alla Corva - chiediamo che si mantenga il vecchio tracciato». 


Daniele Stacchietti, vicesindaco con delega all’Urbanistica, è disponibile all’ascolto, dato per assodato che il Comune non può cambiare le regole del gioco. L’infrastruttura è d’interesse nazionale e l’amministrazione non ha voce in capitolo, può solo prendere atto. «Sin dalla scorsa primavera ho messo in campo tutta un’attività dei nostri uffici per fornire la documentazione e dare più informazioni possibili alle famiglie che ne hanno fatto richiesta - dice il vicesindaco - da parte dell’amministrazione c’è l’impossibilità concreta di andare a sindacare sul progetto ma, per quanto è nelle mie competenze, sul piano personale, sono molto vicino a queste famiglie e posso fornire loro tutto il supporto necessario per informarle sulle procedure, sugli step da seguire per far valere i propri legittimi diritti». 


Chi si ritiene danneggiato deve produrre documenti e dimostrare alla Snam e al Ministero delle Infrastrutture, i danni derivanti dalla nuova rete, considerando che a monte c’è sempre l’interesse pubblico dello Stato, che ha previsto il rinnovo di queste linee. E dunque si configura l’esproprio. «L’unica strada percorribile è essere informati per far valere i propri diritti. Trattandosi di un progetto insistere su proprietà private, chi intende perseguire questo percorso dovrà avanzare richieste, evidenziare le criticità» chiosa Stacchietti. 

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