Elisa Torresi, assessore a Porto Sant'Elpidio: «Gli scherzi? Io il braccio e mia sorella la mente»

Elisa Torresi, assessore a Porto Sant'Elpidio: «Gli scherzi? Io il braccio mia sorella la mente»
Elisa Torresi, assessore a Porto Sant'Elpidio: «Gli scherzi? Io il braccio mia sorella la mente»
di Valentina Berdozzi
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Domenica 24 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:50

A volte è tutto quello che ci serve: un amico, un complice, una spalla per sentirci sicuri e affrontare insieme il passo più impegnativo. Quando si è in due, nella nebbia si apre un varco, nella difficoltà si intravede la strada, nel dolore balugina il conforto e, nella fantasia, brilla un'immaginazione raddoppiata, che ci porta tanto più in là. Esattamente, fin dove ci fa approdare la spinta che arriva dal compagno, perché è così che Elisa Torresi - avvocato e assessore al turismo, alla cultura, alle politiche educative e scolastiche, politiche giovanili e pari opportunità di Porto Sant'Elpidio - chiama sua sorella maggiore Alessandra: la complice. In questa etichetta, è racchiuso un mondo fatto di marachelle realizzate a quattro mani, di scherzi innocenti e di momenti rigorosamente vissuti in due, «perché io e mia sorella siamo cresciute insieme, praticamente ero sempre appiccicata a lei», ammette Elisa.

Il racconto

Non c'è giudizio di merito: l'una di fianco all'altra è l'unico modo che Elisa conosce per parlare della sua infanzia, quella che profuma di una genuinità che ancora riempie polmoni, mente e ricordi: «Se mi guardo indietro, ritrovo un calore che mi avvolge da allora e mi fa sentire a casa - ammette - ho speso la mia infanzia a Montappone, nel piccolo paese dove ci conoscevamo tutti e dove sono cresciuta con le chiavi sulla porta di casa. Le nostre giornate, i momenti di gioco con gli amici, le attività da bambine: tutto quello che ho vissuto in quegli anni era intessuto di una dolcezza che torna immediatamente a correre sulla pelle appena riavvolgo l'orologio indietro». Elisa scoppia in una risata delicata, che spezza parole come di nostalgia e bellezza. Nell'aria risuona ora un frastuono che riecheggia da giorni lontani: «Quella mia e della mia famiglia non è mai stata una casa silenziosa - esordisce - i nostri giorni, al contrario, erano pieni di urla, di risate. Una delle immagini più chiare che conservo nella memoria è quella di mio padre che coccola me e mia sorella e inframezza la dolcezza con gli scherzi che ci combinava.

Mi arriva chiaramente l'eco della voce di mia madre, che si lamenta perché mio padre, per gioco, le ha tirato i capelli o ride con lui stando alle sue burla. La nostra è stata una vita intensa, traboccante di energia e passione, in cui ogni attimo è stato riempito di vitalità e amore», chiosa.

I giochi

Troppa vita per sprecare il tempo a dormire o riposare. Elisa ride: le ginocchia sbucciate dei ricordi, che spuntano dai pantaloncini corti, le mani sempre sporche, gli occhi curiosi e indaffarati sono l'esempio più concreto di quei pomeriggi passati a combinarne di ogni, «quando in campagna ci arrampicavamo sugli alberi a caccia delle ciliegie più succose e dei fichi più dolci o quando, nell'aia, rincorrevamo gli animali che custodivano i nostri nonni - ricorda - c'era sempre tanto, quasi troppo da fare, per due tipe curiose come me e mia sorella. Per questo, quando si avvicinava l'ora del riposino pomeridiano, mandarci a letto era una lotta per chiunque. Non potevamo assolutamente perdere tempo a starcene buone e tranquille a letto e quando, tra genitori e nonni, qualcuno riusciva pur con tanta fatica a tenerci buone in casa, quei minuti di siesta collettiva diventavano per me e mia sorella l'occasione per prendere in giro quelli che chiamavano “i grandi” e che russavano rumorosamente», ride.

Le note

Nella melodia del passato, le note si fondono e si confondono. Rumori, urla, schiamazzi, grida levate al cielo e, soprattutto, risate. Tante, per l'esattezza. E, per la precisione, quelle degli scherzi che Elisa confessa erano il vero passatempo della sua infanzia variopinta e variegata. «In quanto a organizzazione scherzi, io e mia sorella eravamo una squadra senza pari - esordisce - lei era la mente, la creativa del duo. Io invece, con il mio carattere mai troppo esuberante e sempre votato alla concretezza, ero il braccio. Ci capivamo al volo, unite da una complicità che ci ha avvicinato sin da subito e che, negli anni dell'adolescenza e, poi, in quelli della maturità, ci ha rese una coppia indissolubile: spalla una per l'altra, sorelle per sempre».

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