Nuovo presidio dei dipendenti davanti alla Melania: «Un pezzo di storia, salviamo la nostra fabbrica»

Nuovo presidio dei dipendenti davanti alla Melania: «Un pezzo di storia, salviamo la nostra fabbrica»
Nuovo presidio dei dipendenti davanti alla Melania: «Un pezzo di storia, salviamo la nostra fabbrica»
di Francesca Pasquali
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Sabato 5 Giugno 2021, 07:45

MAGLIANO DI TENNA -  Sono di nuovo in assemblea permanente, i dipendenti della Melania. Ieri mattina, sotto le bandiere della Filctem Cgil e della Femca Cisl, hanno manifestato davanti allo stabilimento di Magliano di Tenna. Per chiedere rassicurazioni sul loro futuro e il pagamento delle spettanze arretrate.


Previsto, all’inizio, per il 21 maggio, il presidio era stato cancellato. I lavoratori, in assemblea, avevano dato ai nuovi proprietari – le pescaresi F. & C. Gruppo imprenditoriale d’investimenti e D’Amico Group Holding & Company – fino al 31 maggio per mettersi in pari. La data del 20 giugno la controproposta della proprietà. Troppo in là, per i dipendenti, che il 27 giugno vedranno scadere la cassa integrazione. Da lì in poi, sarà buio pesto. «Lavoravamo tantissimo: 15mila paia al giorno. All’improvviso, è crollato tutto. Finire gli ultimi anni prima della pensione così non lo avrei mai pensato. La situazione non è bella. La vecchia proprietà ci ha delusi, ci poteva avvisare», dice un’operaia.


Un’altra, la più “anziana”, nella fabbrica di scarpe da bambino, ci ha passato la vita: quarantadue anni e qualche mese. E adesso non si rassegna. «Dicono sempre che ci fanno ricominciare e non ricominciamo mai. Vogliamo sapere che fine faremo», spiega. Una fabbrica “rosa”, la Melania che, alla fine degli anni ’80, contava un centinaio di operaie. E dove adesso, a lavorare, sono rimasti solo gli amministrativi. «Uno scatolone vuoto», lo chiama Linda Bracalente della Filctem. «Da quando è subentrata la nuova proprietà – spiega la sindacalista – non c’è stata assolutamente la volontà né alcun tipo di azione concreta che possa far interpretare una ripartenza dell’attività produttiva e soprattutto un segnale verso i lavoratori che si trovano i fondi di previdenza integrativa versati e nessun pagamento al fondo sanitario».

Si fa vedere anche il sindaco, davanti alla fabbrica. Resta pochi minuti, «per portare la mia solidarietà ai dipendenti».

«La Melania – dice Pietro Cesetti – è un pezzo di storia. È triste vederla così. Trent’anni fa, Magliano di Tenna era il Comune più ricco dell’allora provincia di Ascoli grazie a questa realtà che dava da vivere a decine di famiglie». La stessa che, a parte qualche sporadica ripresa, ha stoppato la produzione a dicembre 2019. Tre mesi prima era stato aperto il concordato con i fornitori, ritirato dalla nuova proprietà a marzo di quest’anno. Un gesto che aveva fatto ben sperare.


«Fumo negli occhi», per i sindacalisti. Emblema – spiega Cristiano Fiori della Femca – «di una precarietà instabile, che ha portato al blocco delle retribuzioni, e della mancanza di prospettive di ripresa per un’azienda storica per il territorio, che ha dato molto lavoro e che potrebbe ancora darne molto».

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