Centrale biometano, crescono i timori a Fermo: «Quanti rischi, ripensateci». San Marco, in campo pure gli imprenditori. Stasera il confronto

Centrale, crescono i timori: «Quanti rischi, ripensateci».San Marco, in campo pure gli imprenditori. Stasera il confronto
Centrale, crescono i timori: «Quanti rischi, ripensateci».San Marco, in campo pure gli imprenditori. Stasera il confronto
di Sonia Amaolo
4 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Maggio 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 14:01

FERMO Stop all’iter della centrale biometano a San Marco alle Paludi, urge chiarire tutto sull’installazione di un impianto di biometano di 2 ettari connesso a rete Snam. Il comitato dei residenti è supportato dalla politica regionale con i consiglieri Andrea Putzu e Marco Marinangeli, che hanno una mozione da presentare per affrontare l’argomento. Questa sera alle 21 appuntamento al centro sociale di San Marco, sono invitati tutti a partecipare, i sindaci dei Comuni che si ritengono danneggiati dall’impianto Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio, Monte Urano, soprattutto è chiamato al confronto il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro.

Le dimensioni

Preoccupa la struttura che è grande due volte e mezzo il campo di calcio della Fermana, un impianto passato in sordina per il quale si potrebbero avviare i lavori senza Conferenza dei servizi.

Sono invitate al dibattito di stasera le istituzioni: Regione, Ast, consiglieri, associazioni, sindacati. I numeri dell’impianto: 20mila mq con 3 vasche di 20 metri di diametro e 8 d’altezza con capacità potenziale di carico di 250 mc al giorno, un traffico quotidiano di 15 camion, un affare per il privato, ma l’ente pubblico a tutela della collettività dov’è? Al Diamante di Porto Sant’Elpidio si è fatto il punto con la padrona di casa Annarita Pilotti, altri imprenditori che hanno investito nella zona e i referenti del comitato Luca Silenzi, Zoe Monterubbiano, Lara Zaccardi e Francesco Rossi. Un gruppo motivato che a suon di slide e numeri alla mano spiega perché si chiede l’autotutela sospensiva dell’iter al Comune di Fermo.

Le prospettive

«Siamo preoccupati per la salute, per l’ambiente e per l’economia turistica e imprenditoriale» dice Monterubbiano. L’area prossima al fiume Tenna è agricola, ci sono i quartieri San Marco e Cretarola, è l’area ex-Surgela, ha un valore architettonico-paesaggistico. «Dopo gli avvistamenti di indagini geologiche abbiamo fatto accesso agli atti a febbraio e a metà aprile è arrivata la documentazione - dice Silenzi -. La pratica è una Scia, non un permesso a costruire, vanno fatte prevalutazioni che non abbiamo visto. Ci dicono che è a regime semplificato ma le carte dimostrano che non è un impianto da poco. Non c’è una relazione di valutazione paesaggistica né di impatto delle esalazioni ed emissioni. Al Comune di Fermo non c’è ufficialmente un Rup per la pratica né l’avvio del procedimento. Come sono state valutate le conformità urbanistiche e ambientali? I pareri dell’Asp 4 e Arpam non sono pervenuti, ma i lavori potrebbero cominciare. Tra quello che dicono e quello che è, il rapporto è 1 a 15. Ci aspettiamo che l’amministrazione comunale prenda le decisioni giuste».

L’appello

Pilotti dice che «è grave che i sindaci di Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio non ne sapevano niente fino a 10 giorni fa. La Conferenza dei servizi era un atto dovuto». Sarebbero danneggiate almeno cento persone che abitano nella zona e diverse attività turistico-ricettive, manifatturiere, aziende alimentari. L’odore che si produrrà inciderà negativamente sull’economia locale, allontanerà i turisti dalla costa, questi i timori, oltre al rischio salute. I consiglieri regionali dicono: «Abbiamo investito in infrastrutture – rimarca Putzu –: la costa non può risentire delle esalazioni e dei cattivi odori dell’impianto. All’Ufficio del Comune di Fermo, che ha autorizzato, non c’è un responsabile unico, non c’è un atto autorizzativo, chiediamo in Consiglio l’interruzione in autotutela». Marinangeli rimarca che «prima di entrare nel merito della progettualità, è fondamentale un approfondimento della materia. Bisogna intervenire coinvolgendo i territori, per questo abbiamo predisposto la mozione». Il comitato fa sapere che «se il Comune non prenderà decisioni di buon senso, la responsabilità verrà cercata dagli inquirenti in Procura».

© RIPRODUZIONE RISERVATA