Fatture false, l'inchiesta di Fermo arriva nel Delaware: scatta il sequestro per 880mila euro

Fatture false, l'inchiesta di Fermo arriva nel Delaware: scatta il sequestro per 880mila euro
Fatture false, l'inchiesta di Fermo arriva nel Delaware: scatta il sequestro per 880mila euro
di Pierpaolo Pierleoni
3 Minuti di Lettura
Giovedì 16 Novembre 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 11:48

FERMO - Truffa per ricevere i contributi europei, a cui si aggiungono delitti fiscali, operazioni inesistenti, fatture false. È la fitta rete di illeciti commessi da un calzaturificio fermano, ricostruiti attraverso il lavoro della Guardia di finanza di Fermo, nucleo di polizia economico-finanziaria, sotto la direzione della Procura europea (Eppo). L’azienda avrebbe orchestrato l’operazione per ricevere contributi Por Fesr a fondo perduto. La società aveva richiesto ben 865mila euro, di cui 325mila illecitamente percepiti.

La strategia

Quei soldi dovevano sostenere gli investimenti produttivi per le aree colpite dal sisma, ma l’azienda li ha ottenuti utilizzando fatture false con imponibili per oltre 3,8 milioni ed 850mila euro di Iva.

Le Fiamme gialle hanno accertato una serie di artifizi, come la mancata contabilità di magazzino. Centrale nel meccanismo truffaldino l’incorporazione in una società simulata, creata ad hoc, con sede nel Delaware, negli Stati Uniti. Grazie a quell’azienda fantasma si distraevano le disponibilità patrimoniali dalle società italiane incorporate. 

Il provvedimento

Al termine delle indagini, il Gip del tribunale di Fermo, su richiesta del Procuratore europeo, ha emesso un’ordinanza di sequestro preventivo per 879.566 euro. Sono stati vincolati conti correnti, terreni, auto ed immobili in capo ai soggetti indagati ed alla società. Anche il tribunale del riesame, interessato dagli indagati che hanno presentato ricorso, ha confermato il provvedimento.

La ricostruzione

Tutto è partito dal controllo sulla regolare percezione dei contributi europei. Preziosa la Dorsale informatica, una nuova applicazione che la guardia di finanza utilizza per incrociare diverse banche dati. Il caso è passato poi alla Procura europea ed ha visto l’ausilio di militari qualificati del Computer forensics e data analysis. Gli approfondimenti hanno fatto appurare false documentazioni con cui si è simulato l’acquisto, in realtà mai avvenuto, di stampi di alluminio e macchinari per produrre suole. Milioni di euro di transazioni fasulle, che hanno consentito di ricevere ben 325mila euro dalla Regione di contributo pubblico, finanziato per metà dall’Ue. Senza l’indagine dei finanzieri, nelle casse societarie sarebbe arrivato anche l’ulteriore mezzo milione di euro, a saldo di un importo mai effettuato di 2,1 milioni.

L’accusa

Rappresentante legale e amministratore di fatto dell’azienda dovranno ora rispondere di truffa aggravata. Come non bastasse, i macchinari ammessi ad agevolazione pubblica erano stati dismessi prima dei termini di legge. L’azienda si è infatti cancellata dal registro delle imprese per farsi incorporare in quella del Delaware. Questo è valso una ulteriore denuncia per malversazione di erogazioni pubbliche. Gli amministratori dovranno rispondere inoltre di dichiarazione fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, per importi di quasi 4 milioni di euro. Si fatturavano pagamenti per l’acquisto di stampi da fornitori che non avevano né personale, né attrezzature per produrli. Un’altra fattura per accessori per calzature è stata invece emessa ad un’azienda produttrice di pneumatici. I reati sono stati segnalati anche alla Procura regionale ed alla Corte dei conti, per sanzionare il danno erariale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA