Ascoli, video pedopornografici, al setaccio gli hard disk del vice parroco: «Ma la cocaina era per uso personale»

Ascoli, video pedopornografici, al setaccio gli hard disk del vice parroco: «Ma la cocaina era per uso personale»
Ascoli, video pedopornografici, al setaccio gli hard disk del vice parroco: «Ma la cocaina era per uso personale»
di Luigi Miozzi
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Giovedì 4 Giugno 2020, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 08:48

ASCOLI - «Non è stato contestato lo spaccio di sostanze stupefacenti ma solo la detenzione per uso personale». A fare chiarezza sono gli avvocati ascolani Umberto Gramenzi e Simone Fioravanti nominati difensori di fiducia da padre Alberto Bastoni, il vice parroco della cattedrale finito al centro di una inchiesta portata avanti dalla procura di Ancona che sta indagando sulla detenzione di materiale pedopornografico. 

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Venerdì scorso è stata disposta la perquisizione nell’abitazione del sacerdote e nei luoghi solitamente frequentati dal religioso per verificare l’eventuale presenza anche nei computer e in altri dispositivi informatici in uso a padre Bastoni degli elementi utili al fine delle indagini. Durante la perquisizione, il vice parroco ha consegnato spontaneamente ai carabinieri la droga che aveva in casa. All’interno di un porta ostie il religioso aveva nascosto quattro grammi di cocaina che ha poi consegnato agli investigatori. Per questo fatto, nei suoi confronti è scattata la segnalazione alla Prefettura di Ascoli come assuntore di sostanze stupefacenti. Nel frattempo, gli hard disk dei computer e le memorie di tablet e e dei cellulari sono stati prelevati dai carabinieri su disposizione della procura di Ancona, competente per alcuni reati distrettuali, ed ora vengono passati al setaccio dagli investigatori.
 
A seguito di questa indagine, il vescovo di Ascoli, monsignor Giovanni D’Ercole, ha immediatamente allontanato padre Alberto Bastoni che ha lasciato la città per fare ritorno a Bastia Umbria riaffidandolo al Superiore generale della sua Congregazione di appartenenza. Padre Alberto Bastoni, dopo che nel 2012 era finito al centro di uno scandalo poioché anche in quel caso fu trovato in possesso di alcune dosi di cocaina e essere stato accusato da alcuni testimoni di aver dato vita a dei festini a sfondo sessuale, fu scagionato completamente e dopo aver trascorso tre anni in una struttura di Trento, approdò ad Ascoli dove trovò la disponibilità di monsignor D’Ercole a prenderlo in prova. 

La decisione 
Ma dopo gli ultimi fatti, il vescovo ha assunto una presa di posizione ferma e assai chiara allontanando padre Alberto. È stata la tessa diocesi, martedì scorso, a dare comunicazioine che sul vice parroco della cattedrale era iun corso un’indagine e che, pertanto, erano stati presi dei provvedimenti conseguenti. «Apparentemente - si legge nella nota diffusa dalla diocesi - sembrava che tutto procedesse nel migliore dei modi senonché, forse anche in conseguenza del lockdown, è caduto in una depressione maggiore unipolare che gli ha provocato un grave squilibrio mentale, umano e umorale che si è manifestato in comportamenti che hanno attirato una indagine da parte delle autorità competenti» e a quel punto «il vescovo appena si è reso conto dello stato di salute e del totale cambiamento di personalità e avendo avuto notizia da lui stesso di un’indagine a suo carico gli ha chiesto immediatamente di lasciare la Diocesi, riaffidandolo al Superiore generale della sua Congregazione religiosa per le cure necessarie».

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