Ascoli, addio alle società partecipate
per sanare il bilancio della Provincia

Ascoli, addio alle società partecipate per sanare il bilancio della Provincia
2 Minuti di Lettura
Lunedì 7 Dicembre 2015, 05:39 - Ultimo aggiornamento: 09:17
ASCOLI - ​Dismissioni e vendite di fine anno, a Palazzo San Filippo, per cercare di restare ancora a galla in attesa di tempi migliori. E' questo il leit motiv di questo scorcio finale del 2015 per la Provincia di Ascoli che con l'approvazione del bilancio 2015 ribadisce l'addio ad una serie di società e consorzi partecipati, così come rimarca la necessità di cedere subito parte del proprio patrimonio.
Col tappo del brindisi del primo gennaio 2016 si cercherà di far saltare anche, come scritto nero su bianco nella relazione di programma, una serie di quote societarie o consortili che la Provincia attualmente detiene ma che non può più conservare, sia per motivi normativi che economici: ed ecco, allora, il programmato addio che arriverà per Consorzio universitario piceno, Cotuge, Consorzio turistico Monti Gemelli, Consorzio per l'istituto Spontini, Consorzio per il Vivaldi, Fondazione Libero Bizzarri, Fondazione Symbola, Quintana di Ascoli (già di fatto avvenuto con la chiusura dell'ente preposto da parte del Comune), Istituto superiore studi medievali Cecco d'Ascoli e Uncem. In questi casi, infatti, la Provincia procederà con un atto di "dismissione" entro il prossimo 31 dicembre.
Inoltre, si conferiranno appositi incarichi per la redazione della stima delle quote di partecipazione della Provincia in tre società: Aerdorica, Centro agroalimentare piceno e Tecnomarche. Questo per poter procedere, poi, alla successiva cessione delle stesse quote, con l'ente che lascerà definitivamente le società in questione. L'altro aspetto, invece, mentre si taglieranno i costi, riguarderà la necessità di fare cassa sempre in tempi stretti attraverso la cessione del patrimonio. In particolare, dopo una serie di aste andate a vuoto, l'operazione più probabile sembra essere quella della vendita dei due piani di Palazzo San Filippo all'Invimit, a fronte di una proposta già formalizzata di 2.550.000 euro, o addirittura di tutto l'edificio per la somma di 4.440.000 euro. In ogni caso, lo stabile manterrà la destinazione a uffici pubblici. Più complicata appare, invece, la cessione dell'ex caserma dei vigili del fuoco, in corso Mazzini ad Ascoli, che ora - dopo tre avvisi andati a vuoto - può essere portata avanti attraverso la trattativa privata, partendo da una base di 2,7 milioni di euro. Considerando che, inizialmente, si era partiti da un valore di 3,2 milioni di euro. Altrettanto difficile appare la possibile vendita a privati dell'Hotel Marche, considerando che dopo un secondo bando di gara (a seguito del primo già andato a vuoto), si procederà anche in questo caso sulla strada della trattativa privata partendo da una base di 3 milioni di euro. Le somme da incassare almento da parte delle eventuali cessioni andrebbero a garantire la copertura dell'extra deficit per 3.691.705,64 euro. Considerando che, come sottolineato dallo stesso presidente D'Erasmo, a creare un disallineamento rispetto al Piano di riequilibrio è proprio la mancata alienazione dell'ex caserma dei vigili del fuoco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA