Ex Ocma, dopo 9 anni saranno rimossi i rifiuti inquinanti all'interno dello stabilimento. Ecco come

Ex Ocma, dopo 9 anni saranno rimossi i rifiuti inquinanti all'interno dello stabilimento. Ecco come
Ex Ocma, dopo 9 anni saranno rimossi i rifiuti inquinanti all'interno dello stabilimento. Ecco come
di Luca Marcolini
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Mercoledì 17 Agosto 2022, 05:00

ASCOLI - L’obiettivo, dopo anni, è quello di eliminare, finalmente, i rifiuti pericolosi presenti nell’ex sito industriale a suo tempo utilizzato dalla Ocma. E adesso,per risolvere una volta per tutte il problema legato a questa presenza inquinante nell’area di Campolungo si è aperta la procedura per arrivare alla realizzazione di uno specifico impianto per il recupero dei rifiuti nell’area dell’ex stabilimento, con richiesta di autorizzazione e pareri rispettivamente alla Regione, alla Provincia di Ascoli e all’Arengo.

Si apre, dunque, l’iter per andare a risolvere, una volta per tutte, un annoso problema dal punto di vista ambientale che, dopo il fallimento dell’azienda aveva visto già a partire dal 2013 anche una lunga battaglia legale, finita davanti al Tar e al Consiglio di Stato, per l’attribuzione delle responsabilità riguardo proprio la rimozione di quei rifiuti pericolosi. 


L’impianto
Per arrivare a scrivere la parola fine sull’annosa vicenda dei rifiuti presenti all’interno dello stabilimento ex Ocma, ora è avvenuta la presentazione dell’istanza di autorizzazione da parte della società che dovrà occuparsi della realizzazione del nuovo impianto per il recupero dei rifiuti pericolosi che furono originati dall’attività lavorativa della società poi fallita.

Ad esprimersi sarà la Regione ma sono coinvolti per i relativi pareri anche la Provincia di Ascoli e l’Arengo. Nello specifico, l’impianto che si intende andare a realizzare servirà a fondere i metalli non ferrosi presenti, compresi i prodotti di recupero (con affinazione e formatura in fonderia). L’operazione di recupero prevede, dunque, l’ottenimento dai rifiuti di metalli e ossidi di metallo in loco di materia prima e secondaria da destinare alla vendita. 


L’iter
E l’impianto in questione, secondo la richiesta, verrà installato all’interno di un edificio nel sito che è già stato autorizzato nel dicembre 2018, a Campolungo. Una volta completato l’iter e sbloccata l’autorizzazione, quindi, si potrà procedere ad eliminare la presenza nell’area ex Ocma dei rifiuti pericolosi presenti recuperandoli, dopo il previsto trattamento, per poi rivenderli. In questo modo, si potrà arrivare ad una soluzione del problema che ormai dal 2013 è al centro di un confronto passato anche, come detto, per le vie legali. Una bomba ecologica a poca distanza dai centri abitati della vallata del Tronto.


Le tappe
Tutta la questione, in realtà, come detto parte da lontano, quando nel 2013 la Ocma venne ammessa alla procedura di concordato preventivo. I commissari segnalarono alla Regione Marche che, nel corso delle operazioni di inventario dei beni presso lo stabilimento era stata rilevata la presenza di ingenti quantitativi di rifiuti individuati in tre tipologie principali e che non era prevista la continuazione dell’attività produttiva, pertanto dovevano essere avviate le procedure di smaltimento e recupero, considerata la situazione di fermo impianti. 


Il contenzioso
Poi un lungo percorso che era sfociato in una sentenza del Tar che attribuiva alla curatela fallimentare la responsabilità della messa in sicurezza del sito anche dal punto di vista dei rifiuti presenti, per poi arrivare anche al secondo grado davanti al Consiglio di Stato. La motivazione con la quale il Tar aveva respinto i ricorsi presentati proprio dalla stessa curatela fallimentare si basava sul fatto che all’ex Ocma «l’accumulo di rifiuti avvenuto all’interno del sito – secondo i giudici - non sia il risultato di eventi eccezionali o dell’intervento esterno». 

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