Numana, stermina la famiglia
Su facebook con pistola e fucili

Numana, stermina la famiglia Su facebook con pistola e fucili
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Mercoledì 10 Dicembre 2014, 06:19 - Ultimo aggiornamento: 16:08

NUMANA - «Il bambino è l'unica cosa che mi è rimasta. I figli sono l'unica cosa che conta», scriveva si Facebook solo 2 settimane fa.

Ma neanche l'amore per il figlioletto Christian, 5 anni, ha fermato Daniele Antognoni, 38enne di Numana che ieri mattina in un raptus di follia non ha esitato a fare fuoco più volte contro il bimbo dopo aver colpito a morte con più proiettili al torace la moglie, Paula Corduneanu, romena di 29 anni da cui si stava separando.

Poi ha puntato l'arma, una Beretta cal. 9x21, regolarmente detenuta, su di sè, sparandosi un colpo alla testa.

Teatro della tragedia il pianterreno di una villetta in via Urbino, frazione di Marcelli, dove la famiglia aveva convissuto fino a settembre scorso.

Una manciata di minuti prima di essere uccisa, alle 11.15, Paula aveva allertato il 112. Daniele l'aveva chiamata dicendo che voleva vedere il figlio. «Mio marito sta arrivando qui e, conoscendolo, sapendo che ha delle armi, ho paura che faccia del male al bambino», aveva detto la donna ai militari che le avevano consigliato di non aprire la porta.

Ma forse la giovane si è lasciata convincere dall'ex e l'ha fatto entrare. Quando i carabinieri sono arrivati, verso le 11.30, si sono trovati di fronte a un massacro consumato appena qualche istante prima: Paula a terra agonizzante, il bimbo e l'omicida accanto a lei. Il cane, un pitbull, chiuso in un'altra stanza che abbaiava furiosamente.

Antognoni aveva forse premeditato il delitto, perché ha portato con sè la pistola e probabilmente ha sparato appena entrato, esplodendo almeno 5-6 colpi. Aveva il pallino delle armi, che le deteneva soprattutto per uso sportivo, il tiro a segno, e sul social network si metteva posa con la pistola. Su Facebook aveva scritto post come questo, che suonano sinistri: «Non per vantarmi ma anche oggi non ho ucciso nessuno».

Tra conoscenti e vicini, però, nessuno poteva immaginare che potesse arrivare a tanto: «Era una famiglia normale - dice una vicina di casa -. A volte lei lavorava in negozio, la vedevamo con il bambino. Ultimamente c'erano dei problemi tra marito e moglie».

In via Urbino, è arrivata in lacrime la sorella di Paula, insieme a due fratelli: incredula per l'accaduto, ha accennato al fatto che la coppia aveva consultato anche uno psicologo. Il Pm Marco Pucilli, durante un sopralluogo con i carabinieri guidati dal cap. Raffaele Conforti e i tecnici della Scientifica, ha disposto l'autopsia che verrà eseguita dal medico legale Mauro Pesaresi.

Non erano stati denunciati contrasti nella coppia, ha confermato il generale Marco Mochi, comandante Legione Carabinieri Marche giunto sul posto: «Era un famiglia normale - ha commentato amaro -. Forse è mancato un contesto di rete famigliare».

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