Scarica di pugni in acqua al giocatore dell'Osimo Pirates: partita di pallanuoto alla piscina del Passetto finisce con l'arrivo della polizia. IL VIDEO CHOC

La società: "Il nostro Sam aggredito e ripetutamente provocato. Questo non è sport, speriamo vengano presi provvedimenti". La replica del Rapallo: "Invasioni di campo e minacce di morte ai nostri atleti"

Scarica di pugni in acqua al giocatore della squadra di casa: partita di pallanuoto alla piscina del Passetto finisce con l'arrivo della polizia. IL VIDEO CHOC
Scarica di pugni in acqua al giocatore della squadra di casa: partita di pallanuoto alla piscina del Passetto finisce con l'arrivo della polizia. IL VIDEO CHOC
di Maria Teresa Bianciardi
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Domenica 16 Aprile 2023, 16:18 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 15:19

ANCONA - Sembra un virus che sta contagiando gli ambienti sportivi, dai tifosi agli atleti. Nelle ultime settimane la cronaca continua a raccontarea di intemperanze che spesso sfociano in violenza con tanto di multe e espulsioni da parte di federazioni e società. Ma niente. Gli episodi continuano.

Giocatore della Osimo Pirates Waterpolo aggredito in acqua 

Come quello avvenuto ieri sabato 15 aprile nella piscina del Passetto dove era in corso la partita di pallanuoto, valida per il campionato di serie B maschile, tra le compagini Osimo Pirates e Rapallo.

Nel corso dell'incontro è stata chiamata la polizia e sul posto è arrivato personale della Questura e della Squadra Volante che arrivato sul posto a partita già terminata ha indotto alla calma alcune persone che stavano inveendo contro la squadra ospite.

Ma cosa è successo? Lo ha spiegato in un post su Facebook  la società Osimo Pirates Waterpolo che ha raccontato come un suo giocatore è stato preso a pugni in acqua: un'aggressione brutale documentata anche da un video che è costato l'espulsione all'atleta del Rapallo, il quale avrebbe continuato ad inveire anche a bordo piscina. Da parte della società del Rapallo la ricostruzione è invece totalmente differente: si parla infatti di invasioni di campo da parte del pubblico di casa, di un giocatore precedentemente espulso e di minacce di morte urlate agli atleti in acqua. Due versioni che dovranno essere attentamente vagliate per ricostruire l'esatta dinamica di quando avvenuto alla piscina del Passetto.

La società osimana: «Una scarica di pugni contro il nostro Sam»

Ecco il post amaro della società osimana: «Pur non essendone direttamente responsabili vogliamo chiedere scusa a tutto il pubblico e in particolar modo ai nostri giovani atleti venuti a supportarci per aver dovuto assistere a una simile e vergognosa scena, che, lo ripetiamo ancora una volta, non è sport. Pubblico che assisteva tranquillamente alla partita e, dopo essere saltato sulla sedia sgomento per lo sdegno dopo la scarica di pugni inflitti al nostro Sam, è stato ripetutamente provocato dal giocatore espulso per brutalità (che, non pago, ha inveito anche contro un nostro dirigente e a fine match contro uno degli arbitri federali presenti). Pubblico che a tre minuti dalla fine ha dovuto lasciare l’impianto sportivo per evitare che gli animi potessero infiammarsi ulteriormente. La partita è finita con un pareggio a porte chiuse, e le forze dell’ordine».


«Fiduciosi riguardo ai provvedimenti che verranno presi dalla Federazione Italiana Nuoto - continua la società -, ci auguriamo che episodi come questo non si ripetano, o perlomeno, non vengano mai  fatti passare in sordina, perché, oltre a mettere gravemente a repentaglio l’incolumità degli atleti, sono totalmente diseducativi per gli spettatori e i ragazzi. La pallanuoto sarà uno sport fisico, ma i pugni all’avversario vorremmo vederli solo durante gli incontro di pugilato».

IL VIDEO CHOC DELL'AGRESSIONE

LA SQUADRA OSPITE SI DIFENDE DALLE ACCUSE E RILANCIA

Lorenzo Presti, che sulla sua pagina Facebook risulta come segretario  della Rapallo Nuoto Ssd, ricostruisce una dinamica differente: parla di «invasione di campo del pubblico e di un giocatore della società osimana che era stato già allontanato con un cartellino rosso. Minacce di morte da parte del pubblico avversario ad una squadra di età media 20anni, scortati dalla polizia fino ai nostri mezzi».

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