Rissa in tribuna in Terza categoria, Offagna si arrende: «Partite a porte chiuse»

Rissa in tribuna in Terza categoria, Offagna si arrende: «Partite a porte chiuse»
Rissa in tribuna in Terza categoria, Offagna si arrende: «Partite a porte chiuse»
di Giacomo Quattrini
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Mercoledì 29 Marzo 2023, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 15:26

OFFAGNA - Botte in tribuna durante una partita di Terza categoria. L’ennesimo episodio di violenza nel mondo sportivo dopo le zuffe in campo e tra i genitori nelle partite giovanili. In questo caso, sabato scorso, si trattava di una gara senior relativamente importante: prima in classifica, la Giovane Offagna, contro la sesta che punta ai playoff, l’Atletico Conero. Due squadre che, nonostante la categoria, hanno un ottimo seguito di pubblico con tanto di gruppo ultras (la Curva Est Offagna) che per rumori, colori e organizzazione stava facendo parlare di sé. 

La passione

Finora in positivo, per essere un fenomeno unico in Terza categoria, grazie all’entusiasmo portato la scorsa estate dalla rinata Prima squadra sotto la Rocca.

Solo che la favola (grande tifo e squadra capolista) si sta trasformando in incubo e dopo la rissa di sabato scorso sulla tribuna dello stadio Vianello, il presidente della Giovane Offagna, Alessandro Andreoli, ha deciso di chiuderlo al pubblico. 

Il parapiglia

Sul risultato di 2-3 per gli ospiti, verso il 70’ un giocatore di casa commette un brutto fallo in campo. Dalla tribuna volano proteste e insulti, dopo che già c’erano state provocazioni da ambo le parti tra le opposte fazioni in tribuna durante la gara. Fino a che una parola di troppo ha finito per animare un tifoso di casa, che si è diretto verso un dirigente del Conero. Ci sono scappati dei cazzotti e alla fine una bottigliata in testa. La situazione ha indotto l’arbitro anche a interrompere per qualche minuto la partita, poi vinta dall’Atletico Conero. La rissa è rientrata solo grazie all’intervento dei carabinieri e un’ambulanza. Al momento le lesioni riportate sono inferiori ai 20 giorni dunque non ci sarà una denuncia d’ufficio, nel caso servirà una querela di parte. Ma ancor prima di provvedimenti da parte delle autorità competenti, come i Daspo, il presidente Andreoli ha voluto dare un segnale forte e chiaro: la società rossoblù si dissocia a tal punto dall’accaduto che da qui a fine stagione chiuderà il Vianello al pubblico, per lo meno per le partite della Prima squadra. Due gare, fondamentali per la lotta alla promozione diretta in Seconda categoria, che la Giovane Offagna ha deciso di disputare a porte chiuse. Una scelta autoinflitta, drastica, per «onore dello sport, per coerenza –spiega il presidente- nei confronti dei giovani a cui vogliamo insegnare qualcosa, per rispetto di tutti coloro che fanno tanti sacrifici e dedicano tempo al progetto Giovane Offagna e che non meritano che ciò venga vanificato da chi, certi valori, non è capace di viverli». 

La frustrazione

Andreoli è particolarmente deluso da quanto accaduto: «Il lavoro di anni buttato all’aria in pochi istanti. Tanti sacrifici per creare un ambiente sano, per creare un’immagine diversa. Gran parte della credibilità costruita in tanto tempo spazzata via in pochi minuti. Offagna ha perso per colpa di pochi, ha dimostrato purtroppo di non essere ancora in grado di rivelarsi diversa: dagli altri e dal suo passato. Giusto un periodo di riflessione collettiva». Ovvero lo stadio chiuso «per –dice il presidente- dissociarsi e ricordare che dobbiamo sentirci tutti corresponsabili per aver perso una cosa bella che si era creata».

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