ANCONA Dovrebbero essere loro a dare il buon esempio, mentre i figli rincorrono un pallone e sognano di giocare un giorno in Serie A. E invece succede che i genitori si trasformano in ultrà. Il tifo travalica i confini della razionalità, la mente s’annebbia, la vena si chiude. E un campo da calcio si trasforma in un ring.
La tensione
Sono volati spintoni e pugni, domenica mattina, nella tribuna del Giuliani a Torrette. Si affrontavano i ragazzi Under 15 della Gls Dorica e dell’Osimo Stazione. La partita stava scorrendo via liscia. Al 63’, sull’1-0, il casus belli: l’arbitro sventola il cartellino giallo in faccia a un giocatore locale per un brutto fallo. Dagli spalti si levano le grida di un papà dell’Osimo Stazione che protesta e reclama l’espulsione. La tensione sale alle stelle: un gruppetto di tifosi locali reagisce, nasce un contatto. La zuffa però viene sedata grazie all’intervento di altri spettatori e dei dirigenti delle sue società che si prodigano, dal campo, per invitare tutti alla calma. Mentre la partita sta per riprendere, ecco il secondo round. In tribuna, riferisce nel referto il direttore di gara, «si riaccende nel pubblico una rissa generalizzata». Alcuni tifosi vengono alle mani, volano colpi proibiti, il tutto sotto lo sguardo esterrefatto dei baby calciatori, costretti a fermarsi perché sugli spalti scoppia il putiferio. A quel punto l’arbitro, di comune accordo con gli allenatori, opta per la sospensione definitiva del match per «l’ovvia mancanza di serenità anche per i giovani calciatori in campo».
Il comportamento dal mister
Il presidente dell’Osimo Stazione, Stefano Orlandoni, si dice «orgoglioso per il comportamento tenuto dal nostro mister, che si è prodigato per evitare che la situazione degenerasse: ma sono i genitori dei nostri ragazzi ad essere stati aggrediti». La società Gls Dorica fa sapere che «si sta riservando di valutare l’accaduto, ma i fatti, come descritti, non corrispondono nel modo più assoluto ad una maxi rissa, visto che la situazione è tornata presto alla normalità» e sottolinea «l’esemplare comportamento tenuto in campo da atleti e staff, che avrebbero voluto riprendere la gara. È stata la società di casa a chiedere la sospensione, poi decretata dall’arbitro».
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