L'Ancona di Donadel cambia spesso volto. Dal 3-5-2 di partenza al 4-2-3-1 finale che ha portato al gol di Energe

L'Ancona di Donadel cambia spesso volto
L'Ancona di Donadel cambia spesso volto
di Ferdinando Vicini
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Martedì 3 Ottobre 2023, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 12:36
ANCONA La vittoria di domenica scorsa non era né facile né tantomeno scontata. L’Olbia aveva perso soltanto con la capolista Torres che peraltro sinora le ha vinte tutte. Per l’Ancona si trattava di una sfida molto delicata dopo due sconfitte consecutive, su un campo con standard ridotti, molto caldo e tanti giocatori assenti o infortunati. Insomma la classica partita trappola, capitata in un momento che definire delicato è forse anche riduttivo. 


Il contesto


In questo contesto spesso gli allenatori scelgono una strategia conservativa. Chiudersi, rischiare il meno possibile, puntare a quel pareggino che consente di muovere la classifica e interrompere la striscia negativa. Invece pronti, via e l’Ancona ha provato subito ad assumere il comando delle operazioni. Solo nel finale di primo tempo l’Olbia è riuscita a creare qualche grattacapo alla difesa biancorossa. A inizio ripresa subito una grossa occasione per Energe, poi l’Olbia ha alzato il baricentro e i dorici hanno sofferto abbastanza.


La scelta di Donadel 


A quel punto, con gli avversari che stavano provando ad alzare il loro ritmo e a spingere con continuità Donadel si è trovato ad un bivio: rinforzare gli ormeggi in difesa oppure rischiare per cercare i tre punti? L’allenatore biancorosso non ha avuto esitazioni. A parte la sostituzione forzata di Spagnoli, in condizioni precarie, Donadel si è giocato tutti gli attaccanti che aveva in panchina: Energe subito al posto di Spagnoli, poi dentro anche Cioffi e Mattioli. Un chiaro segnale alla squadra e agli avversari: provare a vincerla a tutti i costi.


Ancona multiforme 


Nella ripresa si è vista un’Ancona capace di variare il proprio modulo addirittura tre volte.

Dal 3-5-2 iniziale con l’ingresso di Clemente a inizio ripresa al posto di Peli l’assetto è sembrato virare addirittura verso un 4-4-2, viste le caratteristiche dell’ex Pro Vercelli che è sostanzialmente un difensore seppure nella Fermana fosse stato anche quinto di centrocampo. Poi con l’inserimento di Cioffi e Mattioli ecco servito il 4-2-3-1: Basso e Paolucci mediani, Cioffi e Mattioli trequartisti esterni e Energe dietro all’unica punta Kristoffersen. Una scelta tattica decisa e precisa, mirata ad allargare il campo e a sfruttare la qualità e la freschezza degli attaccanti appena inseriti. Donadel ha puntato con decisione sull’abilità nell’uno contro uno di Cioffi ed Energe in particolare, chiedendo a Mattioli di spingere a destra e andare a riempire l’area sulle contromanovre. Una scelta non priva di rischi ma che si è rivelata vincente. Il gol decisivo è arrivato proprio sull’asse Cioffi-Energe: il primo si è bevuto alla sua maniera un esperto dirimpettaio come Arboleda e dal fondo ha servito al bacio Energe. Quest’ultimo finalmente si è fatto trovare puntuale all’appuntamento con un autentico cioccolatino e l’ha spedita dentro. Servizio, gioco, partita. L’ultimo tocco tattico di Donadel è stato l’ingresso di Barnaba sulla destra dove Martina, visibilmente stanco, stava soffrendo l’intraprendente Cavuoti. Logico ed azzeccato anche quello.


Cosa cambia 


Nulla. Guai ad illudersi. L’Ancona è un cantiere aperto, non potrebbe essere altrimenti. Però finalmente si sono visti in partita gli effetti dell’intenso lavoro svolto in allenamento. I calciatori hanno dimostrato di seguire Donadel. E i tre punti sono sempre il miglior ricostituente per una squadra giovane che deve crescere.
Ferdinando Vicini

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