SANT'ANGELO IN VADO Al via da questo fine settimana, e per tutto il mese di ottobre, la 60esima edizione della Mostra nazionale del Tartufo bianco di Sant'Angelo in Vado. Un angolo dell'alta valle del Metauro dove la caccia all'oro nei boschi si trasmette di generazione in generazione. Non a caso la capitale della Massa Trabaria vanta un record impossibile da eguagliare: 1200 tesserati raccoglitori di funghi e tartufi per una città grande 3900 abitanti. Perché qui, "la caccia" non è una pratica ma un "dono" fatto di luoghi, di areali e di legami con i propri cani ed anche un "talento" che si coltiva gelosamente in famiglia.
La gestione consapevole
Nulla s'improvvisa, tutto è sapere.
La dedica
Domenica 15, l'onorificenza andrà a Bruno Barbieri che, d'emblée, ha scelto di dedicare il riconoscimento a suo nonno. «Era - spiega - un grande tartufaio. Raccontandomi tutti i segreti di quando li andava a raccogliere, è entrato un po' nel mio Dna e ho ancora impresso il ricordo del suo granaio che sprigionava un odore fortissimo e delizioso». Come Uliassi narra il prezioso e lascia a margine i racconti d'alta cucina e delle sue 7 stelle Michelin (1 stella Grotta di Brisighella, 2 stelle Trigabolo (Argenta), 2 stelle Locanda Solarola, 2 stelle Ristorante Arquade-Relais Chateaux Villa del Quar). Anche per lui il tartufo, quello vero, «è solo quello bianco, raccolto in collina e in montagna, sotto le querce e i castagni» ma sottolinea «è così prezioso che richiede rispetto. Perché, se è vero che si accosta a tantissimi piatti, rimane un ingrediente così speciale da richiedere tecnica oltre alla passione».
L'abbinamento
Un'edizione numero 60 ricca di eventi che regala l'opportunità al gastronauta di scoprire a tavola una città preziosa. Molto originali, i passatelli al tartufo di Cristian Dini della "Trattoria da Cristian". Li abbina ad un Igt Marche bianco dell'azienda locale La Montata. Unica cantina al mondo che produce il passito affumicato. Un elisir ricavato da grappoli di uve Antico Trebbiano appesi per 5 mesi in un locale dove nel camino si brucia legno di querce, carpino e ginestre.