I Tiromancino a Porto Sant’Elpidio: prima una residenza, poi la data zero del tour. Zampaglione: «La musica dal vivo è incontaminata»

Lo storico frontman e il singolo Puntofermo: «Bello provare e suonare in questa terra»

Federico Zampaglione (Tiromancino) - Foto Cerbone-Ufficio Stampa
Federico Zampaglione (Tiromancino) - Foto Cerbone-Ufficio Stampa
di Chiara Morini
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Giovedì 18 Aprile 2024, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 12:53

Ancora qualche giorno e i Tiromancino saranno a Porto Sant’Elpidio: il prossimo 23 aprile partirà la residenza per provare il nuovo tour. Questo periodo si concluderà il 28 aprile alle 21,30, al teatro delle Api, con la data zero, durante la quale il gruppo eseguirà per la prima volta live il nuovo singolo “Puntofermo”.

Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino, è pronto per il nuovo tour?

«Non vedo l’ora, la musica dal vivo è incontaminata e ti puoi sentire e lasciare libero quando sei sul palco davanti al pubblico». 

Com’è preparare e partire da piccoli centri?

«Nei piccoli centri si sta bene, la gente ci ama e ci vuole. Sono contento di venire a Porto Sant’Elpidio e provare alcune cose per il tour nel teatro delle Api, sarò nella città del mio amico Neri Marcorè. Il calore e l’atmosfera che si respira nelle piccole città (l’anno scorso il primo concerto, senza residenza, fu a Porto San Giorgio, ndr) sono stupendi, è bello venire lì. La gente è di cuore, ci siamo trovati bene, ci troveremo bene. Bello partire in quei luoghi. Poi il pianista, Fabio Verdini, è civitanovese».

Da poco è uscito il nuovo singolo “Puntofermo”, che scala le classifiche: quanto è importante avere punti fermi?

«È fondamentale, se non ce l’hai la corrente che scorre ti porta via. Con il flusso di notizie h24 che c’è è importante avere punti fermi, altrimenti non ti orienti».

Come mai nel video che ha diretto il punto fermo è un cane?

«I cani sono fedelissimi, sempre al nostro fianco, il loro amore è incondizionato, serviva un’idea unica per racchiudere la canzone che è di respiro più largo e lo sguardo di un cane è costante.

Quando ne avevo uno, mi donava tanta pace. Ma l’importante è averlo il punto fermo, in modo che non ti lasci a piedi e non sparisca nei temporali».

Qual è il suo punto fermo?

«Ne ho più di uno in realtà e ci ho lavorato duramente. Innanzitutto la passione per quello che faccio: la passione ti fa tuffare e portare avanti l’arte. Nel mio caso la musica e il cinema. Se non suono? Invento storie o ne racconto, troverei infiniti modi per farlo. Ma la cosa più importante sono gli affetti: mia moglie, mia figlia, mio padre, tutta la mia famiglia, senza di loro sarei in balia dei venti. Le cose che preoccupano ci sono, ma si lasciano scivolare sotto a quelle che contano».

Non pubblicate spesso inediti, come mai?

«Mi piace il suono del silenzio: più che avere sempre cose nuove preferisco non uscire, il tempo sulla clessidra scorre e voglio raccontare, o meglio pubblicare nuovo materiale, nel momento in cui sento l’urgenza di comunicare qualcosa di nuovo con una canzone. Con la musica posso farlo, con il cinema no, perché lì è più difficile, serve tempo, dall’idea alla realizzazione».

La regia al cinema o la musica: cosa le dà di più?

«Su un’isola deserta porterei la mia chitarra, da solo, ma anche il cinema è importante. Con queste due arti sono come il dottr Jekyll e Mr Hyde: con la musica tiro fuori il lato romantico, con i film viene fuori un altro Federico e i due, dirò, non vanno nemmeno troppo d’accordo».

Un saluto ai cittadini elpidiensi?

«Ragazzi, stiamo arrivando, ci vedremo al bar, vogliamo vivere questi giorni, ci vediamo anche in giro».

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